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La donna dalla faccia distrutta

Da Flavialtomonte

No,
non va sempre così,
come le cose che vanno
come il tempo.
Non così le cose vanno a tempo.
Non soltanto perché son legate.
Scioglile!

La donna dalla faccia distrutta – così la chiamano in paese – si siede sopra il marciapiede non curante né tanto meno guardante. A guardarla sono gli altri.
Indossa un paio di scarpe con i lacci sciolti, una gonna lunga che le arrotola l’animo, una maglia larga che la rende libera, e la solita faccia distrutta. Siede sul marciapiede per allacciarsi le scarpe, per sentirsi legata in qualche modo, alla vita, alle persone, o forse soltanto a quel marciapede. Riprende la sua strada non appena una coppia di innamorati le sfiorano la gonna e si scusano, con la stessa forma di rispetto che si crea nei confronti di un cane al guinzaglio. Eppure, quella donna è libera, ha appena allacciato la prima scarpa, così dovrebbe sentirsi al sicuro, dovrebbe, non correre il rischio di inciampare, – Ma chi vuoi che se ne accorga? – lei cammina curva e lenta, chiusa nelle sue sofferenze. Finisce di allacciare la seconda scarpa e una signora anziana le passa di fianco, questa volta si scontrano di brutto, la donna dalla faccia distrutta cade rovinosamente per terra, la signora – ben più curata di lei – si affretta subito a raccoglierla, le spiega di non averlo fatto apposta, che era sovrappensiero, anche lei. La guarda in faccia, capisce che è tutto un imbroglio, che quella signora così ben curata e ben attenta, non avrebbe avuto ragione di inciampare né tanto meno di confessarle i suoi pensieri.
Ma la signora continua a parlare, a lamentarsi della sua vita, quella economica, quella psicologica e infine quella sentimentale. All’ascolto, la signora dalla faccia distrutta, ritorna in piedi come se non fosse mai caduta: ha le scarpe allacciate, la gonna macchiata, la maglia strappata e i pensieri apposto.

 


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