Titolo: La donna in gabbia
Autore: Jussi Adler-Olsen
Editore: Marsilio
Anno: 2011
Prima puntata della serie dedicata alla Sezione Q (The Woman in the Cage, 2007; The Pheasant Killers, 2008; Journal 64, 2010), Q “come il simbolo del Partito Danese sulla scheda elettorale”, dedicata a casi irrisolti, La donna in gabbia è un’ulteriore testimonianza del periodo d’oro della letteratura nord europea, già comprovato da nomi come Stieg Larsson (autore della saga Millennium: Uomini che odiano le donne, La ragazza che giocava con il fuoco, La regina dei castelli di carta) e John Ajvide Lindqvist (Lasciami entrare, L’estate dei morti viventi, Il porto degli spiriti): Jussi Adler-Olsen, scrittore insignito di importanti riconoscimenti internazionali tra cui il Premio Harald Mogensen, il Deutscher Krimipreis e il Glass Key (il premio per la letteratura di genere più importante della Scandinavia), ci regala una storia tesa ed avvincente, che coinvolge il lettore spingendolo all’identificazione con il detective Morck e ad un irrefrenabile desiderio di verità e giustizia, in un crescendo inquietante che scava nei meandri della follia umana.
Le pagine più intense sono indubbiamente quelle dedicate alla prigionia di Merete, al suo decadimento fisico e mentale, alla mancata comprensione dei motivi che spingono il suo aguzzino a punirla così selvaggiamente, alla sua sempre più profonda ed angosciosa disperazione:
La cosa peggiore era la luce che brillava incerta su di lei. La luce eterna era cento volte peggio del buio infinito. Metteva a nudo le miserie della sua vita. Uno spazio bianco raggelante. Qui non poteva semplicemente chiudere gli occhi e scivolare via quando ne aveva voglia. La luce penetrava perfino sotto le palpebre chiuse. E il tempo divenne eterno.
Il dolore arriva ad incarnarsi, a farsi concreto e fisico, nell’episodio in cui la donna è costretta a strapparsi un dente infetto con una tenaglia arrugginita:
Merete ci aveva messo tre giorni a staccare il dente, dopo averlo fatto oscillare avanti e indietro: tre giorni d’incubo in un inferno di dolore. Perché ogni volta che stringeva le braccia della tenaglia intorno a quella bestia pulsante, e l’onda d’urto le toglieva le forze, doveva costringersi a uno sforzo estremo. A ogni minuscola oscillazione, tutto l’organismo s’inceppava. Poi, per qualche secondo, il cuore galoppava all’impazzata per la paura dello strappo seguente, e così via per un’eternità.
Splendido esempio di letteratura di genere, La donna in gabbia dona nuova linfa al giallo-thriller, suscitando aspettative notevoli per le puntate successive.