Sulla spiaggia quell’estate mi accanivo sugli schemi di cruciverba, dei rebus, di anagrammi e crittografie. Se non li risolvevo non guardano la soluzione pubblicata nel numero seguente. Lasciavo i vuoti alle spalle e proseguivo. Oggi credo che l’enigmistica sia una buona scuola di scrittura, addestra all’esattezza del vocabolo che deve corrispondere alla definizione richiesta. Esclude quelle affini e l’esclusione è gran parte del vocabolario di chi scrive storie. L’enigmistica mi ha fornito la dote giocoliera necessaria alle parole. Quello che credevo allora un vizio solitario è stato invece l’officina meccanica della lingua.
Erri De Luca, I pesci non chiudono gli occhi