Magazine Cultura

La dote – Una B ingombrante

Creato il 11 marzo 2015 da Loredana Gasparri
La dote – Una B ingombrantePer la rubrica Scrittori Made in Campania, che va in onda su Radio Piazza Live ogni martedì sera alle 21,00 durante la bellissima trasmissione di WeekendOut, condotta dall'Ineffabile Trio, Kristina, Lucia e Giulia, ho scoperto questo libro di ghiaccio, La dote di Michele Serio. Perché lo definisco di ghiaccio? Perché è capace di descrivere situazioni horror, quello quotidiano fatto di ricatti, sopraffazioni fisiche e morali, squallore fisico e morale, con una freddezza da chirurgo consumato. E se guardiamo la storia bibliografica dell'autore, scopriamo che ha al suo attivo veri romanzi horror. E che leggeremo, naturalmente. Per ritornare a La dote, il libro è presentato in modo ingannevole: una copertina rosa, un paio di mutandine femminilmente vezzose, un cuoricino. La dote – Una B ingombranteE il titolo è morbido, richiama un momento abbastanza dolce (ok, dipende dai punti di vista) per la vita di una donna, ovvero quando si sposa e porta al marito un quantitativo di beni, comunemente chiamati “dote”. In questo libro, la dote è di natura particolare. E' un bene. Fisico. Si può concedere. Si porta in giro dappertutto e sarebbe impossibile non farlo. E' oggetto di innumerevoli espressioni del linguaggio, per definire un gran colpo di fortuna o un lavoro fatto davvero male, oppure per esprimere un augurio non troppo gentile a chi ci offende, o chi esprime un'opinione avversa alla nostra. Cos'è? Un lato B. Un'accoppiata di glutei particolarmente attraente, che si sviluppa dal giorno alla notte al fondo della schiena di una ragazzina piuttosto anonima, di animo semplicissimo tendente al minimale, abitante di un vico squallido della variegatissima Napoli odierna. Da un momento all'altro, dopo essere passata dalla porta stretta della pubertà, la sbiadita e invisibile Maria diventa l'oggetto del desiderio dell'intero vicolo Alabarde dove abita. Gli uomini la guardano lascivi, i ragazzi l'abbordano per strada, i professori si trasformano in vecchi satiri per lei. Un boss della camorra, e uno dei suoi sicari entrano in conflitto per lei. Ciascuno vuole impossessarsi del premio prima dell'altro, e mordere letteralmente la mela della discordia. Un effetto simile si ricordava ai tempi della bellezza leggendaria di Elena di Troia...ma il parallelo epico finisce qui. Il bel Paride si nasconde sotto le fattezze umiliate di un giovane rampollo nobiliare decaduto e disprezzato, il cavallo di Troia è una Kawasaki ipercromata e vistosa, i generali greci e troiani sono piccoli boss camorristi presuntuosi e volgari, mentre Troia...viene utilizzata spesso in altri significati. Non c'è nulla di epico, qui, ma molto di moderno e di vicino alla nostra realtà: l'invidia gelosa e bruciante di falsi amici, lo squallore morale di chi non esita a vendere esseri umani per denaro, figli e consanguinei compresi, l'assenza completa di empatia e di rispetto per i sentimenti altrui, il disprezzo e l'incomprensione per i valori umani. Tutto questo trasmesso in un linguaggio forte e deciso, ironico e piatto all'occorrenza. Consigliato per i lettori dalle spalle robuste, che non si spaventano di fronte ai lati freddi e squallidi del cuore umano.

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :