Miei cari,
non so se siete a conoscenza della meravigliosa cosa che chiamano Formazione Continua. Adesso non voglio polemizzare, credetemi, penso sia anche una cosa utile o meglio, suppongo che potrebbe esserlo qualora fossero interessanti e realmente formativi.
Invece, come spesso accade, si rivelano perdite di tempo dove la gente va esclusivamente per collezionare i crediti che gli eviteranno eventuali sanzioni dei propri ordini professionali, senza alcun beneficio. Praticamente è la storia dei punti del latte, che tu raccogli per avere il frullatore a immersione per farti il frappé alla banana, né più, né meno. Ed è una tristezza.
Oggi sono stata ad uno di questi corsi (il primo degli almeno tre che dovrò fare), dove si è parlato di Giancarlo Siani, il giovane giornalista assassinato dalla camorra nel 1985. Ora non fraintendetemi, la figura di Siani è importantissima per tutto ciò che concerne il discorso della legalità e soprattutto dell’importanza che essa ha nel lavoro del giornalista… ma è da quando avevo 15 anni che ascolto conferenze su di lui, tenute sempre da suo fratello Paolo, che dice sempre le medesime cose.
Mi è sembrato di essere sospesa nel tempo. Diceva le stesse cose quando venne a parlare nel mio liceo, quindi a una platea di liceali. Diceva le stesse cose quando lo ascoltai durante alcune conferenze all’università, dunque a una platea di universitari e giovani laureati. Ha detto le stesse cose oggi, durante questo corso rivolto ai professionisti, quindi davanti a una platea eterogenea di giornalisti.
Spiegatemi l’utilità di tutto questo.
Avrei capito se avessero fatto un corso con l’editore del Guardian che spiega le nuove strategie del giornale, con un inviato di guerra di Le Monde… insomma, con qualcuno che può fornire davvero spunti interessanti, che possano arricchirti sul serio.