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La dura lotta di Stefania Bonaldi: “Non ho votato per designare i componenti di una società che sembra procedere inesorabilmente verso la gestione mista”

Creato il 28 novembre 2012 da Cremonademocratica @paolozignani

Lotta dura da parte di Stefania Bonaldi. Il sindaco di Crema segue una linea coerente contro l’unica proposta messa in campo dall’azienda speciale Ato della Provincia di Cremona, cioè la società mista. E’ l’unico modello sostenuta dalla maggioranza di centrodestra e va contro la grandissima maggioranza trasversale di sì che hanno indicato  i referendum sull’acqua. Perché i politici non eseguono il mandato morale e politico degli elettori, gli stessi che li hanno votati sindaci e presidente di Provincia? Perché allora insistono sulla privatizzazione parziale, con un socio privato al 40%, probabilmente una multinazionale francese? Il consigliere provinciale Cesare Mainardi (Pd) ieri ha dichiarato, a proposito dei referendum: “L’amministratore pubblico deve solo trovare il modo di eseguire ciò che chiede la volontà popolare”. Segue la lettera di Stefania Bonaldi, che dichiara anche di aver tenuto una posizione “personale e assolutamente minoritaria”. Minoritaria anche nel suo partito, il Pd.
Ieri sera all’Assemblea di Padania Acque SPA non ho partecipato alla votazione per la designazione dei membri della nuova società unica di gestione del Servizio Idrico Integrato. La mia scelta, personale e assolutamente minoritaria, è stata dettata dalla mancata approvazione, da parte della assemblea, di un atto di indirizzo che impegnasse il nominando CDA della Società Unica a portare avanti tutti gli atti amministrativi necessari affinché la stessa sia legittimamente e direttamente affidataria del servizio, e quindi in grado di assumere immediata operatività e risposta alle esigenze gestionali ed infrastrutturali del nostro territorio.
Ritenevo e tuttora ritengo necessario e doveroso fare in modo che il nuovo CDA di Padania si attivi per rendere questa società unica, che è interamente pubblica in quanto partecipata dai Comuni, attraverso le società patrimoniali, immediatamente affidataria del servizio idrico integrato, come del resto sta avvenendo in quasi tutte le province lombarde. Il presidente Salini e la maggioranza dei sindaci non la pensa così e dopo il voto di ieri sera la strada per la società mista, stante la controversa delibera del CdA dell’AAto dello scorso ottobre, mi pare pericolosamente spianata.
Non è ideologico, infatti, in questa fase, battersi per la gestione pubblica dell’acqua, semmai è ideologico, invece, a fronte di un piano industriale approvato da una realtà come KPMG, un network internazionale di professionisti esperti in consulenza manageriale e d’impresa e in servizi fiscali, legali ed amministrativi, piano industriale che attesta la sostenibilità finanziaria della società e degli investimenti, pronunciarsi a priori per il modello gestionale misto.
Diversamente, in questa fase, così delicata, dello start up della nuova società, credo la stessa debba rimanere interamente pubblica e aver modo di dispiegare la propria operatività come tale, anche e soprattutto nel rispetto, che come sindaci noi dobbiamo ritenere sacro, del pronunciamento referendario. Al di là delle alchimie giuridiche e amministrative, infatti, il responso dato dai cittadini è illuminante nella sua chiarezza: l’acqua deve rimanere pubblica. Come sindaco, in sintonia con questo pronunciamento popolare, ma anche del mio programma di mandato e pure degli indirizzi che il mio consiglio comunale ha espresso recentemente, stante la mancata approvazione dell’indirizzo di cui sopra, bocciato dalla maggioranza dei sindaci, ho ritenuto mancassero quelle minime e adeguate garanzie riguardo al mantenimento della connotazione totalmente pubblica della neo costituita società, conseguentemente ho rinunciato a partecipare alla designazione dei suoi amministratori.

Stefania Bonaldi, Sindaco di Crema


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