La fabbrica in posa, da vecchio acciaio ai dati immateriali

Addio fabbrica. Restano ma cambiano le merci, i consumi, le tecnologie, resta ma cambia il lavoro. La fabbrica invece scompare, o si nasconde delocalizzata lontano. L'occhio della post-modernità, il simbolo del progresso, dei suoi beni e dei suoi mali, e forse dimentica che si produce ancora, per necessità, per forza.Ma il mondo della produzione può essere ancora visto,e fatto vedere, se gli occhi sono buoni e acuti. Fedele nella sua missione, la neonata Manifattura di Arti Sperimentazione e Tecnologia di Bologna, Beaubourg della imprenditoria illuminata, ideata e sostenuta dalla Fondazione Isabella Seragnoli, continua a scavare nell'immaginario della cultura industriale del secolo scorso e di questo in corso.Il Mast tenta il cortocircuito tra i due paesi industriali che si sono avvicendati  a cavallo del millennio. Cinque sezioni, 243 immagini di 43 autori diversi. Un viaggio tra sparizioni, sostituzioni, evoluzioni, enfatizzato dalla scelta del contrasto esplicito, sulla stessa parete, fra i due mondi, industriale e post-industriale. La figura del lavoratore industriale e di quello terziario, il panorama delle ciminiere e i distretti stile Silicon Valley, la mitologia vulcaniana della fabbrica e quella asettica dei centri servizi, gli invasi e le condutture dei flussi di materie prime e lo scambio immateriale di dati e di energia: e lo sforzo per rintracciare la continuità di un processo: la produzione di beni più o meno necessari alla società.Buona visione!Per info: www.mast.org