La fame e la sete

Creato il 20 luglio 2012 da Tnepd

Il campo di bassa pressione instauratosi nella giornata di oggi sul centro dell’Italia dovrebbe portare alle tanto agognate precipitazioni, sebbene queste siano ormai in netto ritardo, giacché molti raccolti sono già andati persi nelle settimane passate. Sottolineiamo “dovrebbe”. Sì, perché, come al solito, i piani (dichiarati) di geoingegneria non contemplano le piogge, a meno che queste non costituiscano strumento di distruzione, come nel caso delle alluvioni (pianificate) del novembre 2011 sulle Cinqueterre e sulla città di Genova.

I dati raccolti dalla lettura delle satellitari dipingono il quadro in modo esauriente, mostrando un esteso strato igroscopico disposto a mo’ di barriera tra Atlantico e continente europeo, così da impedire l’afflusso dei fronti perturbati dal Nord Atlantico che, infatti, sono subito riassorbiti sul Nord della Francia.

Per quanto riguarda il nord Italia i meteo di regime prevedono, per il 21 luglio “tempo instabile con piogge e temporali sparsi, specie su Alpi, Triveneto, Emilia Romagna, Lombardia e basso Piemonte, localmente intensi. Fenomeni scarsi, se non del tutto assenti tra Ponente ligure ed estremo Nordovest“. Da queste poche righe si evince che la velina dei militari è stata recepita. Infatti si prospetta un quadro che già conosciamo, proprio come avviene in queste circostanze, i fronti imbriferi provenienti da Ovest e che sono riusciti a passare la prima barriera prosciugante sulla Francia, ora sono ostacolati da chirurgici interventi sulla Liguria di Ponente, cosicché, come da bollettino meteo, sulle province di Imperia e Savona le precipitazioni saranno pressocché assenti, mentre si potranno verificare fenomeni, anche a carattere temporalesco e di nubifragio, sul versante orientale della Liguria e/o sul basso Piemonte.

Non si ritiene che le previsioni di pioggia sulle regioni centrali possano verificarsi, giacché le cosiddette “velature” disposte sulle regioni Nord Occidentali svolgeranno bene il loro lavoro e cioé quello di impedire precipitazioni significative sulle zone strette nella morsa della siccità. Ritorneremo a scorgere, come già nelle ultime 16 ore, scie chimiche di tipo persistente, larghe e dense, nella migliore tradizione della guerra ambientale in atto. Così, mentre il suicida “patto di stabilità” è stato appena approvato, il bel paese subirà altri danni, cagionati da alluvioni chirurgiche in alcune zone e siccità croniche in altre. Per i giorni successivi (22 e 21 luglio) si prevede un ritorno allo stato dei giorni passati e cioé cieli innaturalmente sgombri da nubi, nebbie di ricaduta e sole cocente, mentre le attività di aerosol ritorneranno al metodo ormai ben rodato nelle scorse settimane, ossia prevalenza di irrorazioni notturne, tese ad evitare l’evapotraspirazione e quindi la formazione di cumuli. [1]

[1] Cumulus – Altitudine base della nube: 1.000 circa (la quota della sommità può variare) metri. Il cumulus o cumulo è una nube a piccolo o medio sviluppo verticale, che si presenta come una piccola torre o cavolfiore; essa ha base piatta o convessa a seconda dello sviluppo verticale.

I cumuli si formano a causa delle correnti convettive create dalla radiazione solare e in genere sono indice, se poco sviluppate, di bel tempo stabile. Alcune volte, però, queste nubi si sviluppano molto in verticale formando i cumuli congesti che possono provocare rovesci anche forti e che sono lo stadio del cumulo prima della trasformazione a cumulonembo. Se le correnti ascensionali sono molto intense, alla sommità del cumulo congesto si può scorgere un piccolo cappuccio, denominato “pileus”, indicatore di estrema instabilità atmosferica e precursore di intensi temporali.

I cumuli, come tutte le nubi a sviluppo verticale, sono indice di aria instabile.

Varie specie:

Cumulus (Cu) – Cumulo
Cumulus humilis (Cu hum)
Cumulus mediocris (Cu med)
Cumulus congestus (Cu con)
Cumulus fractus (Cu fra)

Cumulus humilis

Il cumulus humilis è un tipo di nube. È detto anche cumulo di bel tempo, perché porta giornate soleggiate e non è sintomo di significativi cambiamenti meteorologici.

Si forma soprattutto durante le calde giornate estive, con la condensazione dell’aria calda, a quote relativamente basse, fra i 500 ed i 1000 metri raggiungendo raramente i 2000 metri. Tipicamente si forma al mattino per scomparire nelle ore serali. È indice di un modesto raffreddamento nella bassa atmosfera, tipico del bel tempo. Lo sviluppo verticale è piccolo perché al di sopra di esso la temperatura dell’atmosfera cala lentamente al salire di quota. Il cumulus humilis può essere accompagnato anche da altri tipi di nubi ma quando appare in una giornata con cielo chiaro ci si può aspettare bel tempo nelle ore successive. In condizioni di temperatura, umidità e stabilità dell’aria particolari si trasforma dapprima in cumulus congestus e poi in cumulonembo. Talvolta assumono caratteristiche forme “a fungo” che segnalano elevatissima instabilità atmosferica.

Per una maggiore comprensione dei fenomeni legati alla guerra ambientale in corso, abbiamo realizzato l’Atlante dei cieli chimici.

NOTA: Le condizioni meteo e le attività di aerosol clandestine sono previste in base alle informazioni indirettamente fornite dal Servizio Meteorologico dell’Aeronautica Militare. Dati a loro volta incrociati con le previsioni fornite dai portali meteo che sono debitamente informati delle operazioni di geoingegneria clandestina sul territorio italiano ad opera dei militari.


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