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Un bel giorno Paula , grazie a un professore di musica un po' estroso e al ragazzo di cui è infatuata, scopre di avere la dote del canto.
Il professore la vuole preparare per un'importante audizione a Parigi ma come fa Paula a lasciare la sua famiglia?
E questo interrogativo la fa arrovellare così tanto che preferisce tenere la cosa nascosta ai genitori...
La famiglia Belier è il blockbuster francese del Natale 2014 ( circa 50 milioni di euro incassati e numero 2 nella classifica annuale degli incassi ) e ne ha l'aspetto tipico.
Storia edificante, ma parecchio edificante, un perfetto bilanciamento di lacrime e sorrisi, qualche risata sparsa qua e là facendo leva sulla diversità, un tono sempre gaudente e riconciliatorio nella descrizione del coming of age di Paula.
Verrebbe da dire che è un film più furbo che bello e probabilmente è anche così , però a volte è bello lasciarsi cullare da storie così edificanti, ti fa sentire meglio.
Ed è questo il caso del film di Eric Lartigau, esperto artigiano di commedie, che confeziona un film a prova di bomba e che poteva avere tutte le caratteristiche per trasformarsi in un buon successo internazionale, vista l'universalità della storia che racconta.
Paula Belier ha il volto paffuto e la capigliatura fluente dell'esordiente Louane Emera, concorrente all'edizione francese di The Voice, una ragazza che appare timida e impacciata in certi frangenti, anche bruttina e acerba ma che riesce anche ad aprirsi a luminosa e improvvisa bellezza.
Non ho ancora capito se è bella o meno, però piace, piace molto ed è il motore ruggente di un film che si dimostra da subito una macchina perfettamente oliata e pronta per fare sfracelli.
Si parla di portatori di handicap, di portatori di uno degli handicap maggiori, quello che non ti permette di comunicare con tutti e condividere il mondo fatto di suoni, rumori e musiche,
Eppure la prospettiva è ribaltata : se è vero che è il numero che fa la normalità a casa Belier quella anormale è Paula, ma è un'anormale che fa parecchio comodo , visto che è quel ponte di comunicazione che manca tra loro e il resto del mondo.
I Belier sono una famiglia con i problemi di tutte le altre, si amano, focosamente, si prestano a numerose gags, soprattutto all'inizio del film che mettono in risalto la loro diversità ma in modo sereno ed esilarante, quasi oserei dire fiabesco.
Col passare dei minuti viene fuori l'altra anima del film, il personaggio di Paula, i suoi crampi amorosi e affettivi, il suo sogno di diventare una star della musica ma allo stesso tempo la paura di abbandonare a loro stessi i suoi familiari che vede poco attrezzati a fronteggiare quello che li circonda.Ed è per questo che cerca ansiosamente nella sua amica una sorta di surrogato di se stessa isegnandole il linguaggio dei segni.
Qui emerge il discorso sulla crescita di Paula , sul suo percorso di formazione che perlomeno inizia , quel coming of age simboleggiato anche da quel benedetto ciclo che non voleva saperne di arrivare.
E quando vengono fuori i contrasti interiori, il film si fa più intenso e pensoso ( termini da prendere nell'accezione più larga possibile ) proprio per permettere al brutto anatroccolo di diventare finalmente un cigno e spiegare le proprie ali.
La famiglia Belier è una favola incastonata in una Francia senza tempo, una di quelle storie che ogni tanto ci piace farci raccontare.
E ha una resa filmica dignitosissima , pur cercando di piacere al pubblico in maniera sufficientemente sfacciata, non risulta mai greve o sboccacciata.
Insomma un altro colpo mandato a segno dai nostri "amatissimi " cugini d'Oltralpe.
PERCHE' SI : storia edficante raccontata con equilibrio perfetto tra sorrisi , risate e commozione, Louane Emera è una bellissima scoperta, anche il resto del cast è eccellente, blockbuster che non rinuncia alla qualità.
PERCHE' NO : forse qualche macchietta di troppo, film furbo e pianificato per piacere al pubblico arrivando alla sua pancia più che al cervello.
LA SEQUENZA : L'audizione di Paula di fronte ai genitori che in qualche modo la "sentono".
DA QUESTO FILM HO CAPITO CHE :
Si può parlare di handicap senza essere eccessivamente seriosi
I Belier sono una famiglia di perfetti sessantottini, hippy nell'anima,
ogni tanto fa bene venire a contatto con delle belle storie,
Louane Emera forse non sarà bella bella bella, ma bella ci è.
( VOTO : 7 / 10 )
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