Immaginate un compositore, alle prese con una partitura: deve equilibrare i suoni cupi a quelli ariosi, i suoni secchi a quelli dell'eco infinita. Ogni strumento suona al momento giusto, ogni nota si incastra a quella successiva, ogni singolo movimento viene generato da quello precedente e prepara l'ascoltatore a quello successivo.Ora immaginate un grande romanzo familiare diretto da un grandissimo scrittore, Isaac J. Singer (fratello minore del premio nobel Isaac. B. Singer), dove ogni personaggio si incastra perfettamente agli altri, ogni azione è iscritta in un disegno più grande e un autore magistrale, con superbia e maestria, ci presenta David, Georg e Jegor: La famiglia Karnowski. Isaac J. Singer, in quella che a mio parere è l'epopea familiare perfetta, ci racconta la storia di una famiglia, che diventa storia di una nazione, attraverso tre voci.David, Georg e Jegor rappresentano tre generazioni, la naturale evoluzione di una famiglia leggendaria, che ha dato natali a uomini illustri e che si ritrova a dover fronteggiare i grandi e repentini sconvolgimenti del Secolo Breve.Una famiglia di studiosi e intellettuali, particolarmente fortunati nel contrarre matrimoni vantaggiosi, si ritrova a scontrarsi con la crudeltà e la modernità e a combattere su un terreno dove la religione, la filosofia e la sapienza sono schiacciate dall'odio e l'ignoranza.I personaggi di Singer, apparentemente immensi, ma piccoli, vengono infagottati in vestiti troppo grandi, che mal si adattano alla modernità e a quelle voglia di vita che cresce con il passare delle generazioni. David, Georg e Jegor corrono, si affannano, discutono, si umiliano, ma non si muovono di un millimetro. Provano a rivendicare il proprio ruolo, l'autonomia, l'identità. Provano a cancellare le impronte di chi li ha preceduti, ma loro malgrado si ritrovano a ripercorrerle. Provano a rimediare agli errori dei loro avi, ma c'è una forza che lentamente, pazientemente e in modo continuo li continua a trascinare verso quella direzione. Incapaci di fronteggiare il mondo esterno, inizieranno a chiudersi in un'asfissiante e pericolosa vita familiare. La famiglia Karnowski, nonostante le premesse, è un romanzo che non vuole insegnare niente: non c'è una morale, ma tre personaggi da raccontare. Tre uomini che, nella loro immobilità, qualcosa alla fine a muovono e il finale mozzafiato che ci regala lo scrittore, fa letteralmente esplodere quel moto immobile a cui ha abituato il lettore per 497 pagine. Una famiglia da scoprire, una storia epica.Consigliatissimo!Alla prossimaDiana
Magazine Cultura
Immaginate un compositore, alle prese con una partitura: deve equilibrare i suoni cupi a quelli ariosi, i suoni secchi a quelli dell'eco infinita. Ogni strumento suona al momento giusto, ogni nota si incastra a quella successiva, ogni singolo movimento viene generato da quello precedente e prepara l'ascoltatore a quello successivo.Ora immaginate un grande romanzo familiare diretto da un grandissimo scrittore, Isaac J. Singer (fratello minore del premio nobel Isaac. B. Singer), dove ogni personaggio si incastra perfettamente agli altri, ogni azione è iscritta in un disegno più grande e un autore magistrale, con superbia e maestria, ci presenta David, Georg e Jegor: La famiglia Karnowski. Isaac J. Singer, in quella che a mio parere è l'epopea familiare perfetta, ci racconta la storia di una famiglia, che diventa storia di una nazione, attraverso tre voci.David, Georg e Jegor rappresentano tre generazioni, la naturale evoluzione di una famiglia leggendaria, che ha dato natali a uomini illustri e che si ritrova a dover fronteggiare i grandi e repentini sconvolgimenti del Secolo Breve.Una famiglia di studiosi e intellettuali, particolarmente fortunati nel contrarre matrimoni vantaggiosi, si ritrova a scontrarsi con la crudeltà e la modernità e a combattere su un terreno dove la religione, la filosofia e la sapienza sono schiacciate dall'odio e l'ignoranza.I personaggi di Singer, apparentemente immensi, ma piccoli, vengono infagottati in vestiti troppo grandi, che mal si adattano alla modernità e a quelle voglia di vita che cresce con il passare delle generazioni. David, Georg e Jegor corrono, si affannano, discutono, si umiliano, ma non si muovono di un millimetro. Provano a rivendicare il proprio ruolo, l'autonomia, l'identità. Provano a cancellare le impronte di chi li ha preceduti, ma loro malgrado si ritrovano a ripercorrerle. Provano a rimediare agli errori dei loro avi, ma c'è una forza che lentamente, pazientemente e in modo continuo li continua a trascinare verso quella direzione. Incapaci di fronteggiare il mondo esterno, inizieranno a chiudersi in un'asfissiante e pericolosa vita familiare. La famiglia Karnowski, nonostante le premesse, è un romanzo che non vuole insegnare niente: non c'è una morale, ma tre personaggi da raccontare. Tre uomini che, nella loro immobilità, qualcosa alla fine a muovono e il finale mozzafiato che ci regala lo scrittore, fa letteralmente esplodere quel moto immobile a cui ha abituato il lettore per 497 pagine. Una famiglia da scoprire, una storia epica.Consigliatissimo!Alla prossimaDiana
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