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La famiglia lettieri, il candidato sindaco del padl a napoli sconfitto da de magistris

Creato il 22 giugno 2011 da Madyur

Il ristorante dei Lettieri si chiama Marechiaro. Non è a Posillipo , ma a cento Km di distanza da Napoli , in una strada della periferia di Formia. Giuseppe manda avanti il locale da due anni. Il padre Daniele è il vero proprietario della trattoria. Si scopre che Giovanni Lettieri , stato candidato a sindaco di Napoli , ha una famiglia segreta. Tre fratelli e due sorelle di cui non ha mai parlato con nessuno. E che i ben informati dicono non vede mai. Forse perché qualcuno ha avuto guai seri con la giustizia. Nelle cronache ci sono arresti per droga , condanne per reati finanziari , persino Operazioni della Direzione Distrettuale della Mafia.

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Anche a Gaeta, dove l’ex presidente degli industriali trascorreva le estati , nessuno ha mai sentito parlare di loro. Era riservato , non frequentava i suoi parenti. Eppure Gianni , nato vicino a Piazza Garibaldi , è cresciuto giocando nei vicoli della Duchesca giocando con i fratelli. Il capofamiglia Giuseppe, originario del paesino di Arienzo , e la madre Anna Tortora decisero nel 1957 di lasciare la provincia di Caserta.

Arrivati a Napoli hanno cercato prima di vendere radio al mercato e poi si sono lanciati nel settore dell’abbigliamento. E’ Giuseppe che butta le fondamenta di una società che Giovanni riuscirà a quotare in Borsa trent’anni dopo. E’ sempre Giuseppe che da piccolo inventa aziende specializzate in produzione e commercio all’ingrosso e che decide di diversificare fondando una società immobiliare.

Se Gianni segue le orme del padre , Daniele è meno fortunato. I suoi recenti raccontano una vita difficile : nel 1985 viene condannato per reati finanziari , mentre nel 1993 viene arrestato dalla squadra Mobile di Napoli insieme all’altro fratello Nicola, quattro anni prima già denunciato a piede libero dalla Guardia di Finanza per traffico di stupefacenti. I due Lettieri finiscono nell’inchiesta della Dda di Napoli chiamata “Hurricanes in Naples” , che come raccontano le cronache del tempo sgominò quattro organizzazioni internazionali dedite al commercio di hashish e cocaina. Un’operazione gigantesca che porta in galera, con l’accusa di traffico di droga, anche personaggi legati ai clan camorristici.

Nicola torna a lavorare con il padre nel 1997 , mentre Daniele viene scarcerato nel 1996 con l’obbligo di firma. Torna nel Basso Lazio, da dove risiedeva dal 1988. La stessa scelta del fratello Gennaro. Nel 2000 Daniele si butta nell’abbigliamento e fonda la Immagine srl , ma le cose non andavano bene: nel 2007 i carabinieri lo arrestano per fragranza di reato , con 49 grammi di coca nascosti negli slip. Daniele si fa qualche mese di domiciliari e torna libero nel 2010. Insieme ad una ventina di persone è indagato dalla Procura di Latina.


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