Dai dati Istat si evince un fenomeno che non dà segni di diminuire: la violenza domestica, perpetrata principalmente ai danni della donna.
Ma vediamo qualche numero reale, provenirente da fonti certe (agenzia ANSA) e non storpiati dai siti anti-femministi:
ogni due/tre giorni una donna viene uccisa.
156 le donne uccise nel 2010.
Il 70% di questi omicidi sono compiuti da prtner o parenti.
L’ 85% delle vittime sono donne.
il 70% delle denunce di stalking avviene nei confronti di uomini, il 40% prima dell’omicidio poichè nonostante la denuncia non si interviene!
Se ne parla in questo articolo. Un bene che vengano divulgati questi dati, ma ATTENZIONE al linguaggio, che veicola misoginia e sessismo.
Per favore NON chiamatele avventure amorose, follia o delitti a matrice sentimentale!
Possibile che il giornalismo italiano non la capisca e continui ad essere complice di una cultura che ritiene l’omicidio un gesto d’amore, insieme a gelosia e possessività, nei confronti della donna?
Nell’articolo inoltre si legge:
Se la coppia si sgretola iniziano i problemi: «Nelle coppie – spiega Gian Ettore Gassani, presidente dell’Associazione avvocati matrimonialisti italiani – l’80% degli omicidi avviene nelle fasi in cui la relazione sta finendo o quando è appena finita. Nell’85% dei casi, l’omicida è l’uomo, sia perchè di solito sono le donne a lasciare sia perchè per l’uomo è più difficile accettare di essere lasciato. A volte poi ci sono questioni di “onore”, specie nei piccoli paesi, oppure economiche, come la perdita della casa, ma anche di affetto, come le difficoltà per vedere i figli».
Ecco tutte le giustificazioni verso l’uomo raccolte in poche righe! Ma la donna cosa dovrebbe fare? A fronte di un marito con cui non vuole più stare, magari per via di violenze fisiche e o psicologiche, dovrebbe decidere di starci comunque insieme per paura di essere ammazzata? E’ questo il messaggio che vogliamo dare alle donne, che sono fin troppo succubi dei mariti per paura di ritorsioni e di una giustizia che non le tutela e non garantisce loro la giusta protezione e il giusto rispetto?
Per l’uomo è più difficile accettare di essere lasciato. Eh già, povero bambino da accudire. Da solo non ce la può proprio fare, senza la mogliettina-serva-pungiball! Inoltre, in quanto possessore del suo giocattolo preferito, non può permettere che esso possa avere autonomia decisionale, interrompere la relazione e, figuriamoci, appartenere ad altri!
Questione di “onore”, neanche fossimo nel medioevo! Termine che ricorda tanto l’approccio delle mafie, all’interno delle quali, lo sappiamo, la donna è vista esclusivemtne come decorazione dell’uomo, a suo completo servizio.
Perdita d’affetto, come la difficoltà per vedere i figli. O poveri questi uomini, povere vittime sacrificali!
Insomma, uccidiamole queste donne stronze, che non hanno sensibilità e lasciano questi uomini soli e incapaci di badare a loro stessi, che vogliono scegliere autonomamente cosa fare della propria vita, che magari si ribellano a compagni e mariti violenti e vogliono proteggere i loro figli!
L’articolo si conclude anche peggio:
L’Eurispes, nel rapporto Italia 2011, scende nel dettaglio: dei 103 omicidi che hanno riguardato “innamorati”, «gli autori sono stati principalmente mariti o conviventi (63,1%), ma anche fidanzati/ex amanti (15,5%), fidanzati, amanti, rivali o spasimanti (13,6%) ed ex coniugi o conviventi (7,8%). Per quasi 6 autori su 10 il movente è stata la gelosia, la non rassegnazione alla separazione o a un abbandono».
Innamorati? L’amore NON uccide!
Gelosia, non rassegnazione alla separazione, ABBANDONO?
Basta giustificazioni! Questi si chiamano FEMMINICIDI! Movente? MISOGINIA!
Ed evitateci, per carità, immagini di vittime, ancor più se minorenni! Basta speculare sull’immagine di donne e ragazzine morte ammazzete!