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LA FANTASTICA STORIA DELL'OTTANTUNENNE INVESTITO DAL CAMIONCINO DEL LATTE - J.B. Morrison
Creato il 19 gennaio 2015 da LalettricerampanteSì, mi rendo conto che non sia un gran bell'esordio per una recensione, ma girarci intorno serve a poco. E sì, so anche che con un titolo così, troppo simile ad altri titoli già visti e sentiti di romanzi ad argomento simile, non è che avessi poi dovuto aspettarmi così tanto. E invece ci speravo. Davvero. Sarà che avevo adorato quasi tutti i romanzi con protagonisti vecchietti che ho letto negli ultimi anni: Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve, La banda degli invisibili, L'audace colpo dei quattro di Rete Maria che sfuggirono alle Miserabili Monache. Tutti romanzi in parte sicuramente tristi, come un po’ lo diventa inevitabilmente la vita quando ci si avvicina alla fine, ma piacevoli da leggere e scritti bene. Questo no.
In La fantastica storia dell'ottantunenne investito dal camioncino del latte c’è questo vecchietto, Frank, che il giorno del suo ottantunesimo compleanno viene, appunto, investito da un camioncino del latte che gli rompe un braccio e lo ferisce a una gamba. L’uomo vive solo: la moglie è morta anni prima, la figlia vive negli Stati Uniti senza andare mai a trovarlo. Adesso che è ferito, la donna decide di pagargli un’infermiera che vada ad aiutarlo a casa una volta a settimana. E così nella vita di Frank entra Kelly Natale, di cui l’uomo si innamora perdutamente, al punto che la sua nuova missione diventa quella di riuscire a racimolare i soldi per un ciclo successivo di visite da parte della donna. Inizia quindi a giocare al lotto, a cercare di vendere anziché comprare nel mercatino dell’usato che frequenta di solito, a tenere più pulito se stesso e la casa, nella speranza che Kelly non se ne vada.
Non vi dico se ci riuscirà o meno, perché tanto lieto fine o no, il romanzo rimane triste, banale e insulso. J.B. Morrison ha provato a cavalcare il filone dei romanzi con vecchietti che fanno cose fenomenali, o fantastiche se vogliamo citare il titolo, e che fanno ridere ma senza riuscirci. Nemmeno il messaggio, la denuncia nei confronti di questi anziani lasciati sempre più soli dai figli e dal sistema, a meno che non abbiano i soldi per pagarsi l’assistenza, gli è riuscito bene. Al punto che, una volta chiuso il libro e tirato un sospiro di sollievo, non si può fare a meno di domandarsi: perché? Perché l’autore abbia scritto un libro così. Perché la Corbaccio, prima di decidere di pubblicarlo, non si sia accorta che mancava della forza di tutti i precedenti sullo stesso argomento. Perché il traduttore e il revisore non abbiano fatto un lavoro più preciso e attento (romanzo è pieno di calchi, di espressioni di difficile comprensione e a volte prive di senso). Perché io non mi sia decisa a interrompere la lettura quando mi sono resa conto che non sarebbe migliorata.
La risposta a tutte le domande è che non lo so. Magari Morrison era convinto di aver scritto un bel libro (e magari per i lettori inglesi lo è, anche se dubito...). Magari la Corbaccio pensava di fare un grande affare a cavalcare questo filone. Magari al traduttore e al revisore è stata messa fretta. E magari io non volevo ammettere prima del tempo di aver preso una grande, grandissima cantonata.
Ma rimedio ora, consigliandovi di lasciar perdere. O se proprio volete leggerlo, prendetelo in biblioteca o fatevelo prestare e con i soldi che risparmiate prendete altro (magari uno di quei bei romanzi che ho citato in precedenza).
Titolo: La fantastica storia dell'ottantunenne investito dal furgoncino del latte
Autore: J.B. Morris
Traduttore: Giovanni Arduino
Pagine: 266
Editore: Corbaccio
Anno: 2014
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formato brossura:La fantastica storia dell'ottantunenne investito dal camioncino del latte
formato ebook: La fantastica storia dell'ottantunenne investito dal camioncino del latte (Grandi Romanzi Corbaccio)
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