Martedì 16 Ottobre 2012 12:14 Scritto da Apuleio
Breve, veloce e precisa come una novella narrata da un canta-storie, la fiaba di Apuleio si riveste di contemporaneo grazie alle musiche elettroniche che l’accompagnano.
La Farfalla si sente bella e snobba il cavolfiore ma alla fine della vicenda viene da chiedersi: è davvero questo il modo migliore di comportarsi?
“Era una bella mattina di primavera e il sole scaldava il prato trapuntato di fiori.
Su uno di essi aveva dormito una farfalla che, stiracchiandosi, distese le ali e cominciò a curiosare qua e là”.
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L'audiofiaba
La fiaba è concessa a "Ti racconto una fiaba" da
, tutti i diritti sono riservati.Letta da Fabio Bezzi, attore alla Civica Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi e nei film “La cura del gorilla” di C. Sigon con Claudio Bisio e “The International” con Clive Owen e Naomi Watts e voce di documentari della trasmissione Rai “Geo& Geo”.
La raccolta
L'audiofiaba fa parte della raccolta FIABE REMIX VOL.2 di Alfaudiobook.
Quattro fiabe classiche accompagnate da musiche originali composte appositamente per questo nuovo audiolibro.
L’incanto della favola italiana interpretata dai più grandi autori di fiabe di tutti i tempi: Gozzano, Capuana ed Apuleio.
Atmosfere poetiche per arricchire l’immaginario dei bambini con la bellezza della lingua italiana.
Grandi insegnamenti rivelati da queste bellissime storie antiche rese attuali dall’interpretazione e dalle musiche contemporanee.
IL REUCCIO GAMBERINO Ispirata alla fiaba di Guido Gozzano
PIUMADORO E PIOMBOFINO Ispirata alla fiaba di Guido Gozzano
SALTACAVALLA Ispirata alla fiaba di Luigi Capuana
LA FARFALLA E IL CAVOLFIORE Ispirata alla fiaba di Apuleio
Il testo originale
Era una bella mattina di primavera e il sole scaldava il prato verde, trapuntato di fiori.
Su uno di essi aveva dormito una bella farfalla che, stiracchiandosi, distese le ali variopinte per asciugarle ai tiepidi raggi del sole e poi si librò nell’aria, cominciando a curiosare qua e là.
Giunta sulla riva d’uno stagno, si rimirò nell’acqua ferma che le faceva da specchio.
"Quanto sono bella!", pensò la farfalla e, felice, si mise a volare in giro per farsi vedere ed ammirare da tutti.
Ad un certo punto, però, cominciò a sentire un po’ d’appetito. Istintivamente volò verso un orto dove c’era una distesa di cavoli freschi e turgidi.
Si fermò sul più grosso e bello, provò ad assaggiarlo, succhiò un po', ma subito si ritrasse disgustata.
- Puah! Che cattivo odore e che saporaccio! Ho fatto male a venire qui nell’orto, dovevo andarmene in qualche bel giardino ricco di rose e garofani, di dalie e giunchiglie profumate. Il cibo dell’orto non fa per me, io ho bisogno di cose più delicate.-
- Hai cambiato gusto a quel che sembra! - Osservò ironicamente il cavolfiore offeso – Ti ho conosciuto in ben altre condizioni, bella mia, quando eri meno elegante e colorata. Ricordo bene quando eri un bruco nudo e crudo, per niente bello da vedere, e fui proprio io a darti cibo e alloggio.-
- Il cibo dell’orto non fa per me, io ho bisogno di cose più delicate! – Rispose risentito l’insetto.
- Allora il sapore delle mie foglie ti sembrava buono e appetitoso. Ora che sei cresciuta, cambiata, rivestita di seta e di splendidi colori, frequenti giardini profumati e disdegni i buoni amici d’un tempo… Hai poca memoria e troppa boria! Sei bella, sì…ma non sei buona se disprezzi chi ti ha cresciuta senza chiederti niente.-
La farfalla, tutta rossa per la vergogna, se ne volò via.