Davvero dei privilegi della casta non se ne può più e su questo non ci piove. Ma quando protestiamo dovremmo essere un cincino più accorti e svegli. Dovremmo almeno verificare su che carro di protesta si sale, se non altro per non fare la solita e miserevole figura dei paganelli.
Succede in questi giorni, la storia è quella del referendum popolare che ha l'intento di “tagliare gli stipendi d'oro dei partiti”. La raccolta firme ha avuto particolarmente successo su Facebook.
Si tratta di un referendum promosso da Unione Popolare. Unione popolare è un nuovo partito che si propone come ennesima “alternativa“ ai partiti tradizionali che sono ormai al capolinea”, ti pareva.
La storia fantozziana del referendum contro la "Casta" ce la racconta Valigia Blu.
Ma in soldoni la farsa referendaria si è miseramente sgonfiata, perchè:
1) Nessun taglio agli stipendi d’oro ma una semplice sforbiciata alla “diaria”, tanto che costerebbe molto di più effettuare il referendum che lo strombazzato risparmio dovuto al “tagliare gli stipendi d'oro dei partiti”.
2) La legge 352/1970 art. 31 vieta la deposizione di una richiesta di referendum un anno prima delle elezioni politiche. Visto che nel 2013 finirà l’attuale legislatura e ci saranno le elezioni, quindi nel corso del 2012, non è possibile presentare una richiesta di referendum.
3) Le firme raccolte fino ad oggi sono quasi certamente non valide.
4) Infine la coordinare di questo nuovo partito, “unico componente il comitato promotore referendum” è una certaMaria di Prato, (ex) democristiana, ex deputata UDC poi fuoriuscita per creare Unione Popolare. Pensate, una ex collega di Cuffaro che oggi ci viene a dire che: “Politici incapaci e disonesti per anni hanno governato in maniera indegna e ignobile”. Lei era sulla luna?
Insomma una colossale presa per il culo, l’ odio dilagante anti casta usato e sfruttato per garantirsi camaleontici travestimenti e future durature poltrone. Ai Paganelli di turno, come dicono in quel di Ravenna, basta? GPS
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Davvero dei privilegi della casta non se ne può più e su questo non ci piove. Ma quando protestiamo dovremmo essere un cincino più accorti e svegli. Dovremmo almeno verificare su che carro di protesta si sale, se non altro per non fare la solita e miserevole figura dei paganelli.
Succede in questi giorni, la storia è quella del referendum popolare che ha l'intento di “tagliare gli stipendi d'oro dei partiti”. La raccolta firme ha avuto particolarmente successo su Facebook.
Si tratta di un referendum promosso da Unione Popolare. Unione popolare è un nuovo partito che si propone come ennesima “alternativa“ ai partiti tradizionali che sono ormai al capolinea”, ti pareva.
La storia fantozziana del referendum contro la "Casta" ce la racconta Valigia Blu.
Ma in soldoni la farsa referendaria si è miseramente sgonfiata, perchè:
1) Nessun taglio agli stipendi d’oro ma una semplice sforbiciata alla “diaria”, tanto che costerebbe molto di più effettuare il referendum che lo strombazzato risparmio dovuto al “tagliare gli stipendi d'oro dei partiti”.
2) La legge 352/1970 art. 31 vieta la deposizione di una richiesta di referendum un anno prima delle elezioni politiche. Visto che nel 2013 finirà l’attuale legislatura e ci saranno le elezioni, quindi nel corso del 2012, non è possibile presentare una richiesta di referendum.
3) Le firme raccolte fino ad oggi sono quasi certamente non valide.
4) Infine la coordinare di questo nuovo partito, “unico componente il comitato promotore referendum” è una certaMaria di Prato, (ex) democristiana, ex deputata UDC poi fuoriuscita per creare Unione Popolare. Pensate, una ex collega di Cuffaro che oggi ci viene a dire che: “Politici incapaci e disonesti per anni hanno governato in maniera indegna e ignobile”. Lei era sulla luna?
Insomma una colossale presa per il culo, l’ odio dilagante anti casta usato e sfruttato per garantirsi camaleontici travestimenti e future durature poltrone. Ai Paganelli di turno, come dicono in quel di Ravenna, basta? GPS
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