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Questo spazio permette al sito di continuare ad offrire in modo gratuito tutti i suoi contenuti!La fiaba
Mercoledì 12 Febbraio 2014 13:29 Scritto da Nadia Levato
"Oh cara fata" rispose la mamma "viviamo in tre in una capanna, il mio bambino è piccolino non ha vestiti né un giochino. Salta allegro di stanza in stanza e il sorriso certo non manca, gli mancano però tante altre cose e io sono triste come le rose, che vivono un giorno e vanno a morire sotto il cielo intenso di aprile".
La fatina chiese alla mamma, "su portami alla capanna. Voglio vedere il tuo bambino, guardare i suoi occhi e il suo visino".
Mamma e fatina si incamminarono su un sentiero colmo di grano, colmo di rane e farfalle ambrate, lucciole gialle e tante risate. Mentre il sole andava a sparire, si vide una luce in un bel cortile, nella capanna che odorava di timo c'era un papà e il suo bambino, c'era un papà che faceva capriole e al bambino battere il cuore.
La fatina si rallegrò e con occhio attento la capanna scrutò. Vide un letto ed un camino, una pentola sul lavandino, vide un disegno appeso di lato e una palla di raso stirato. Vide un bambino vispo e curioso fare le smorfie ad un gatto affettuoso. Una capanna che era un castello, un bimbo paffuto e tanto bello! La fatina un po' ci pensò, poi dalla sua tasca una luce allungò, fece volteggiare braccia e vestito e sulla mamma posò il suo dito.
Come da un sogno si risvegliò, la mamma triste che piangeva un po'. La mamma, ancora un po' frastornata, guardava la casa tutta illuminata. Vedeva la luce dentro al camino e una pappa buona sul lavandino. Vedeva il papà che con tanto amore al loro bambino faceva battere il cuore. Vedeva il vestito che aveva cucito, una sciarpa gialla e un gatto ammansito.
Viveva un tempo, in un bosco incantato, un bambino fortunato. Dalla sua casa sbocciavano rose, salivano al cielo come mimose, come mimose che accarezzavano i raggi del sole che illuminavano, illuminavano l'arcobaleno che risplendeva nel cielo sereno.
Sopra una nuvola la cara fatina lanciava rose alla mammina, alla mammina che aveva capito cosa contasse più di un vestito!