La Germania arriva alla partita più importante con il vento in poppa, dopo un cammino non particolarmente impegnativo – a parte il quarto di finale con la Francia – ma soprattutto dopo aver letteralmente “asfaltato” in semifinale il Brasile con l’incredibile punteggio di sette reti ad una. Della partita contro i carioca probabilmente se ne parlerà per generazioni, perché mai sino ad ora si era vista in una semifinale mondiale una squadra, per di più padrona di casa, subire una sconfitta di queste proporzioni. Nella sfida di martedì, gli uomini di Low si sono letteralmente sbarazzati della squadra guidata da Felipe Scolari dimostrando una superiorità tattica e fisica a tratti imbarazzante. L’errore più grande commesso dai padroni di casa è stato senza dubbio la tattica suicida con la quale, una volta subito il potente uno-due firmato Muller e Klose, si sono gettati inopinatamente all’attacco nel tentativo di rimettere in piedi il risultato. Peccato che così facendo abbiano inevitabilmente prestato il fianco al contropiede tedesco che con tre reti in meno di dieci minuti ha sepolto ogni residua speranza di rimonta. Certo le pesanti assenze di Neymar – vittima di un brutto infortunio provocato da un’entrata killer del colombiano Zuniga – e quella del capitano Thiago Silva – squalificato – si sono fatte sentire tuttavia la mancanza dei due non può certo giustificare la pesante umiliazione subita, che ha gettato nel più totale sconforto un intero popolo di oltre 200 milioni di persone. L’undici tedesco rappresenta forse la miglior formazione vista in questa edizione. Un organico di assoluto livello che Low ha sapientemente costruito sullo “zoccolo duro” del Bayern Monaco impreziosito dall’intramontabile Miroslaw Klose, che con il sedicesimo sigillo è arrivato al record di reti segnate nelle fasi finali di un mondiale.
Dal canto suo l’Argentina vista fino ad ora non ha certo destato grande impressione, regalando rari scampoli di bel gioco e dando l’idea di “vivacchiare” sulle giocate di classe del solito Leo Messi. Gli uomini di Sabella sono reduci dalla semifinale contro l’Olanda, eliminata solo ai calci di rigore, al termine di un incontro avaro di emozioni che forse ricorderemo come una delle peggiori partite di questo mondiale. Un match nel quale le due squadre hanno badato più che altro a non prenderle, dando quasi l’impressione – più gli argentini degli orange a dire la verità – di puntare direttamente alla lotteria dei tiri dal dischetto. Merito a questo punto al portiere argentino Romero che con due rigori parati ha spianato ai suoi la strada verso la finale di Rio.
La partita di domenica vedrà in campo due squadre schierate “a specchio”, abili interpreti del ben conosciuto 4-3-3, modulo prettamente offensivo in grado di garantire, se adeguatamente applicato, anche un’ottima fase difensiva. La Germania, grazie agli ottimi giocatori di cui dispone – sui quali spicca la stella di Thomas Muller – sembra avere più cartucce a disposizione mentre l’Argentina, che sarà probabilmente priva di Di Maria, proverà ad affidarsi alle invenzioni di Messi, giocatore capace in qualsiasi momento di trovare la giocata vincente. Sulla carta i tedeschi sono i favoriti d’obbligo e a guardar bene non ci sarebbe proprio partita. Attenzione, però, perché il pallone è rotondo e non si sa mai come potrebbe andare a finire. Il bello del calcio è anche questo…
Enrico Brigi
twitter @enrico_brigi
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