Magazine

La fine del mondo

Creato il 30 settembre 2013 da Jeanjacques
La fine del mondo
Citando un'altra famosa trilogia: tutto ciò che ha un inizio, ha anche una fine. Ed è così che ha termine una delle trilogie non ufficiali più belle di sempre - perché, sono esistite altre trilogia non ufficiali? Infatti dopo Shawn of the dead e Hot fuzz, il regista Edgar Wright pone fine alla Trilogia del cornetto con questo The world's end. Perché un nome così curioso? Perché in un momento di questi tre film si vedono i personaggi alle prese con un cornetto Algida. E' una trilogia che non ha nessuna pretesa autoriale che ma, ironia della sorte, finisce per essere oggetto di numerose analisi per via del saggio miscuglio di generi che vuole fare, dell'umorismo particolarmente british e per le numerose trovate di regia. Insomma, la prova che si può far ridere in maniera intelligente senza bestemmie o prese per il culo di cattivo gusto... insomma, come solo gli inglesi sanno fare. E qui finalmente tutto ha termine, in una maniera dignitosa e davvero ben fatta. Per una volta, tutto sembra essere andato bene... che stia venendo veramente la fine del mondo?
Il disadattato quarantenne Gary King riunisce i suoi vecchi amici per cercare di realizzare quello che, a suo dire, è stato l'apice della sua esistenza. Nel 1990 infatti avevano percorso il Miglio Dorato, ovvero il giro di tutti i pub della sua zona. E così vent'anni dopo la vecchia combriccola si riunisce per ritornare nel paese natale e ripercorrere la medesima impresa. Ma nella città c'è qualcosa di strano...Con la fantascienza posso dire di essere cresciuto, anche per merito di un'ennesima trilogia. Non quella dei fratelli Wachocosi, ma per quella di Geroge Lucas, che ha segnato il mio immaginario di bambino. Poi i primi anni delle superiori, quando ero in fissa con le saghe letterarie, toccò invece al Dune di Frank Herbert, della quale negli anni ho letto i primi quattro volumi. Al cinema poi ci sono stati pure il vecchio Spielberg e via dicendo, ma pur non essendo il mio genere preferito in assoluto, è uno dei più interessanti per parlare delle problematiche attuali. O anche per fare del sano entertainment, come in questo caso - per quanto il titolo richiami più che il genere sci-fi una canzone di Gianna Nannini. Entertainment che si fonde con la commedia, come questa Trilogia ha sempre fatto, ed eccellendo su ambo le versioni. Il tutto inizia come una commedia, che sembra una versione rivisitata e meglio diretta de Una notte da leoni, con questi amici che dopo molto si riuniscono per quella che è il sogno di coronare la vecchia impresa. Qui tutti sono maturati, sono cambiati e fanno i conti con vecchi rancori e sogni irrealizzati. Il ritornare nella vecchia città non è solo un modo per passare una sbronza, ma anche per effettuare un percorso di crescita e decrescita. Il tutto è realizzato coi giusti tempi, con le giuste argomentazioni e dei personaggi realistici nei quali è possibile pure riconoscersi. Sarebbe potuto andare avanti così all'infinito e ne sarebbe venuto fuori un film perfetto e divertentissimo. Poi viene messa dentro la controparte fantascientifica, e lo spasso inizia. Uno spasso eguale a quello dei due film precedenti, che finirà per coinvolgere tutti i tipi di pubblico senza annoiare o lasciarsi andare alla volgarità. Si parla di un'invasione aliena che forse non dirà nulla di nuovo, ma più che il fare qualcosa di innovativo, l'intento è quello di utilizzare gli stereotipi rendendoli nuovi, grazie anche all'apporto comico nel quale sono ineditamente inseriti. Come sempre la sceneggiatura è gestita da Pegg e Wright, che dimostrano la loro affinità grazie a delle situazioni davvero imprevedibili e una narrazione circolare che dimostra una variegata conoscenza di ciò di cui stanno parlando. E come sempre il tutto è reso molto più bello da una regia perfetta fino al millesimo, che enfatizza ogni momento e regala anche delle sequenza d'azione davvero ben fatte e pure molto complesse nella gestazione. Tutti quei lunghi piani sequenza mentre si distruggono i robot sono fantastici ed ottimamente realizzati, con un'azione molto fumettosa che non diventa mai violenta e finisce sempre per divertire, come tutto il contesto. Unica cosa che arriva a stonare leggermente è il finale un po' blando, comunque sempre ben gestito e che strizza l'occhio ai classici del genere, soprattutto a un certo Mad Max o ad altre storie post apocalittiche. Rimane comunque di grande impatto la descrizione psicologica dei protagonisti, davvero ben realizzata e in parte anche commovente, decisamente superiore anche a film di levatura maggiore. Ottimo anche il cast che, oltre ai soliti Simo Pegg e Nick Frost, offre anche un certo Martin Freeman (il Bilbo de Lo Hobbit) e dei comprimari davvero ottimi. E il cammeo di Pierce Brosnam è da antologia!Forse non il migliore della saga, ma comunque un ottimo prodotto che intrattiene con la solita intelligenza e delle battute davvero esilaranti. Consigliatissimo!Voto: La fine del mondo
La fine del mondo
La fine del mondo
La fine del mondo
La fine del mondo
La fine del mondo

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog