l'ultima volta che mi sono innamorata è stato tre anni fa, e non posso nemmeno dire che sia stato un granchè; si trattava infatti della classica scuffia virtuale, che quando ci stai nel mezzo ti sembra una cosa serissima, poi ti rendi conto che è lo stesso di quando da ragazzina ti innamoravi di un cantante. questo non per dire che l'amore fosse meno forte, ma per sottolineare che si basava sull'immaginazione e la suggestione, non certo sulla realtà. difatti poi sono tornata con i piedi per terra e avevo pure scritto un post che era una sorta di confessione postuma (ovviamente del tutto anonima), e che ora giace nella casella delle bozze insieme ad altri sfoghi che alla fine ho deciso di non condividere. da allora non mi sono più presa scuffie, cosa perfettamente logica perchè da un lato non ne ho più ragione e dall'altro per l'assoluta mancanza di materia prima. per evitare che mi diate della snob, ci tengo a precisare che questa affermazione è dovuta al fatto che sto sempre chiusa in casa da sola, perchè sicuramente là fuori è pieno di uomini stupendi che non attendono altro che io m'innamori di loro (sì, come no!). va bene, sarò onesta; il motivo è un altro, ed è che sono passata dal non so che cosa voglio della gioventù al so perfettamente che cosa voglio della maturità. questo stato lo ha spiegato perfino il vecchio Rob sul suo sito. parlava di un tizio che non ha mai trovato la sua donna ideale che forse poteva anche esistere, solo che lui non l'aveva mai individuata. il punto è che a formarsi un ideale nella propria mente succede che non si troverà mai la cosa reale, o perchè niente combacerà col nostro ideale o perchè avremo la sventura di non riconoscerla quando ci passa davanti perchè, anche se sarà quella perfetta per noi, non la riconosceremo in quanto sarà diversa dal nostro ideale. inoltre penso che sia vero quanto lessi una volta a proposito della madre della protagonista di un libro (ahimè, non ricordo titolo e autore) ovvero che quanto più uno è ingenuo, tanto più diventa cinico all'impatto con la realtà. ecco, questo mi descrive perfettamente. insomma, da un lato so perfettamente che cosa voglio, dall'altro so perfettamente che non esiste, quindi non faccio nemmeno più la fatica di cercarlo. a questo punto della mia vita il fatto di essere fuori dai giochi è più un sollievo che un cruccio; sono innamorata di una persona sola, la più importante, ovvero me stessa. ho i miei figli, i miei amici e per il resto il fatto di aver perduto una facoltà che ad altri appare indispensabile non la considero affatto un handicap. tanto poi non è scritto da nessuna parte che l'amore di coppia sia migliore di altri tipi di amore, nè più intenso.
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