Magazine Cultura

La fine dell’anno

Creato il 31 dicembre 2012 da Temperamente

La fine dell’anno

Ci siamo, anche quest’anno “bisesto e funesto” è ormai finito. E siccome a fine anno solitamente si tirano le somme e si fanno un po’ di considerazioni sui dodici mesi appena trascorsi – talvolta c’è chi fa come i protagonisti di Non buttiamoci giù e ci si ritrova su un tetto con qualche ineluttabile intenzione -  anche noi abbiamo fatto due conti, nel campo editorale e sul piano soggettivo, ed abbiamo stilato una breve lista dei libri da portare nell’anno nuovo e quelli da cestinare senza ulteriori indugi. Anzi, approfittando della notte di capodanno, suggeriamo di lanciarli direttamente fuori dalla finestra, avendo cura magari di guardare che sotto non ci sia nessuno, in un moto di gioia e liberazione, fatto appositamente per liberarsi delle cose vecchie a fine anno.

Libri da dimenticare

  • La fine dell’anno
    50 sfumature di grigio
    : sperando di non dover tornare nuovamente sull’argomento e sperando che ormai tutte le donne (e gli uomini) con pruriginose voglie librarie abbiano già acquistato questo libro, cestiniamo senza ulteriori commenti. Vuoto, superfluo, scontato e sopravvalutato. Ci auguriamo che l’anno prossimo riservi ben altre sorprese che operazioni di marketing spacciate per intriganti scandaletti a sfondo sessuale…
  • Mettiamoci a cucinare, Le ricette di casa Clerici numero tre, i libri della Moroni, Gordon Ramsay, della Spisni eccetera eccetera: con la crisi che c’è, dobbiamo proprio continuare a rimpinzarci come tacchini? Siamo stufi di veder gente che cucina dalla mattina alla sera, l’obesità è una malattia da non sottovalutare e che non vogliamo portare nell’anno nuovo.
  • libri come La luce oltre il buio di Giacomo Celentano: seguendo l’esempio dell’apripista dei resuscitati Paolo Brosio, anche il figlio della coppia più bella del mondo ha trovato la via in un posto poco conosciuto come Lourdes. Nel nuovo anno vorremmoo essere “illuminati” da cammini meno parabolici e affetti a fanatismo;
  • La collina del vento di Carmine Abate, vincitore del Premio Campiello di quest’anno, a ulteriore conferma della vacuità di certe premiazioni, di cui rimandiamo a una nostra recensione circa i buoni motivi per dimenticarcelo;
  • l’ultimo libro di Baricco, l’ultimo libro di De Carlo, l’ultimo libro di Paolo Giordano, l’ultimo libro di J.R. Rowling: talvolta sarebbe meglio che l’ultimo libro restasse quello precedente;

Libri benauguranti

  • Se ti abbraccio non aver paura: un caso editoriale e una splendida vicenda umana, raccontata da un padre a un narratore ironico e eclettico come Fulvio Ervas. Un viaggio nelle Americhe che è una riaffermazione dell’amore filiale e la ricerca di una verità che purtroppo non esiste;
  • Wuh!, un libro psichedelico, un viaggio nel mondo delle pasticche e dei pasticci, scritto da un esordiente e pubblicato da una giovane e interessante casa editrice di Roma, Gorilla sapiens (a breve, un’approfondita recensione);
  • Fai bei sogni: sfatando il brutto cliché che “i giornalisti non sono in grado di scrivere”, Grammellini ci regala un libro intenso, commovente e affatto scontato;
  • Daniel contro l’uragano: perché Shane Jones è un autore che sa sperimentare e osare, spingendo il linguaggio al limite; inoltre, costruisce un’ interessante situazione di double-bind dal sapore freudiano, interessante quanto umanamente comune;
  • Un polpo alla gola: una conferma del talento di Zerocalcare e un’ironica e intelligente riflessione sul piccolo mistero dell’impresa che è crescere, specialmente quando la vita ci mette lo sgambetto.

Ogni classifica è soggettiva e tutte le top five sono  ardimentose quanto sbagliate (ce lo insegna bene il già citato Hornby, che in Alta Fedeltà ne compila più d’una con la quale essere o non essere d’accordo), perciò invitiamo tutti a fare la stessa cosa, scegliendo cosa salvare e cosa no, in modo tale da evitare di cadere negli stessi voluminosi errori.

Tra i buoni propositi dell’anno nuovo, vale sempre l’imperativo di “leggere di più”, associandolo al “leggere meglio”, scegliendo con  più cura e lontani dagli invitanti richiami commeciali. Si ha sempre tempo per leggere un buon libro; contrariamente, non bisogna mai perdere tempo in cattive letture.

Con i nostri migliori auguri di buone letture.

La redazione


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :