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La fine di un modo di sognare

Da Nubifragi82 @nubifragi

hindenburg

Visti oggi sembrano dinosauri, enormi antenati di velocissimi bi-quadrimotori. Eppure per tanto tempo i dirigibili, e le mongolfiere prima ancora, rappresentarono l’atavico desiderio di volare. E’ incredibile quanti rischi è disposto a correre l’animo umano per librare il corpo nell’azzurro, guardare quella terra pregna del sudore e del sangue degli antenati con la superbia di chi può stare sopra tutto e tutti, il somaro che si trasforma in aquila. Icaro e le ali di cera, Aladino e il tappeto volante, l’Astolfo dell’Ariosto in sella all’ippogrifo, perfino Leonardo, al culmine della propria boria inventiva, si cimentò nell’impresa. Dal mito all’epica, la fantasia ha sempre puntato verso il cielo. Questo fu la mongolfiera, il sogno che si tramutava in realtà dopo millenni di estemporanee idee. Ma la mongolfiera era cosa da francesi, borghesi in odore di progressismo, ma con un occhio sempre rivolto al passato. Si, volare era bello oltralpe, ma senza staccarsi troppo dalle natie terre da uva. Furono i tedeschi ad appropriarsi del volo. Il conte Zeppelin inventò il dirigibile e le distanze si accorciarono. I primi esperimenti furono disastrosi, ma il positivismo non accettava nessun passo indietro sulla stada del tecnicismo, l’arroganza teutonica ancor meno.  Con la prima guerra mondiale il mondo cambiò e nemmeno il modo di volare fu quello di prima. Inutile rimembrare quei vent’anni. Fu proprio allora, però, che quel mondo pionieristico se ne andò, sorpassato dai velivoli  yankee e dalla famosa tragedia dell’Hindenburg, che azzerò la credibilità degli aerostati. Quel dirigibile che il 6 maggio 1937 si schiantò contro il pilone di ormeggio a Lakehurst, New Jersey, non fu il peggior disastro della storia dei dirigibili, ma fu la prima tragedia a grande copertura mediatica: la foto (non è l’unica) ne è il documento principale. Vi fu pure una registrazione radiofonica dell’evento, rimasero celebri le parole del radiocronista al momento dell’impatto: “Oh, the umanity!” Già, l’umanità. Guardando la storia di lì a breve, si potrebbe dire che sia esplosa pure essa con l’Hindenburg. Che poi, altro non era che il nome dell’ultimo presidente tedesco prima di Hitler.



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