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La finestra sul futuro di Marrocu

Creato il 04 luglio 2012 da Zfrantziscu
 
Leggo queste due frasi dello storico Luciano Marrocu e immagino la sofferenza intellettuale di cui sono prodotto: Spero non se ne abbiano a male i propugnatori della unità d’Italia se si dice che il loro progetto è figlio dell’idea ottocentesca di Stato-nazione conquistato da un popolo “uno, d’arme, di lingua, d'altare, di memorie, di sangue e di cor”, anche perché dire che un'idea è ottocentesca non significa intendere che sia malsana o sbagliata. Si tratta solo di vedere come questa idea può funzionare oggi nello specifico contesto italiano e europeo. Date le premesse, e pur considerando la benevolenza con cui la “idea ottocentesca” è apprezzata, la conclusione mi pare scontata: questa idea oggi non può funzionare. È ottocentesca ed è da relegare tra le rose che non colsi, le cose che avrebbero potuto essere e non sono. Il fatto è che il mio è un inganno. Luciano Marrocu imputa questi arcaismi ottocenteschi non ai paladini e patrocinatori dell’unità d’Italia, ma agli indipendentisti sardi. Sono le loro idee di indipendenza a essere obsolete. Vuoi mettere la modernità quasi futurista dell’idea di Italia una e indivisibile. Altro che idea ottocentesca: qui siamo in pieno III millennio.  Per gustare con l’attenzione che merita la novità di pensiero dello storico, ecco le sue frasi: “Spero non se ne abbiano a male gli indipendentisti sardi se si dice che il loro progetto è figlio dell’ idea ottocentesca di un’indipendenza conquistata da un popolo “uno, d’arme, di lingua, d'altare, di memorie, di sangue e di cor”, anche perché dire che un'idea è ottocentesca non significa intendere che sia malsana o sbagliata. Si tratta solo di vedere come questa idea può funzionare oggi nello specifico contesto sardo, italiano e europeo”.

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