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La finestra sul porcile: Interstellar

Creato il 20 novembre 2014 da Cicciorusso

interstellar-posterNon che abbia letto molte recensioni di Interstellar, anzi. Voglio dire, già mi annoio se devo rileggere le quattro cazzate che scrivo io (cosa che non faccio quasi mai, con buona pace degli strafalcioni che poi voi, incauti che leggete ‘ste righe, dovete pure sorbirvi), figuratevi un po’ se mi metto pure a leggere le cazzate di qualcun altro.

Però, da quel che mi è parso di sentire da molti di quelli che lo hanno visto, il film sarebbe pesante, almeno in certi punti, e in definitiva non per tutti. Bello sì, ma una mattonata. Non sono d’accordo. Interstellar è semplicemente, e molto banalmente, bello. Molto. Bello non per chi ha i mezzi per capirlo, bello per tutti. Non è un film elitario, per chi magari fa l’astrofisico, l’astronomo o l’esobiologo o per il fan di quella fantascienza che strizza l’occhio più ad Arthur Clarke che non a, che ne so, Edmond Hamilton.

In realtà la tanto strombazzata verosimiglianza scientifica del film non ne è l’elemento centrale, affatto. Ma più in generale in nessuno dei film di Nolan lo è, dove presente, ovviamente. Allora cos’è principalmente Interstellar? Un film sull’amore. Però io scrivo “amore” e a voialtri metallari zoticoni e bruti viene in mente la classicissima stronzata harmony da cioccolatai in salsa spaziale. Sicuro come la muerte. Invece un cazzo di niente, non è così. Ci sono un paio di scene molto toccanti, sicuramente, specie per chi di voi ha figli. O magari sono io che invecchiando mi sono definitivamente rincintrullito, comunque l’amore in Interstellar è una costante universale, o meglio un’ulteriore dimensione dell’universo tanto che, senza svelare nulla della trama a quanti di voi (spero pochi) dovessero leggere senza ancora averlo visto, c’è un dialogo piuttosto importante in merito nella parte centrale del film che, sostanzialmente, lo spiega.

Ecco, Interstellar si riassume in quel dialogo. Poi vabbè, c’è la rappresentazione di un buco nero più realistica e dettagliata mai impressa su pellicola (ed anche su retina, visto poi che un buco nero nessuno ad occhio nudo l’ha mai visto), ci sono tutte le teorie scientifiche di Kip Thorne (che sarebbe poi il fisico che ha fatto da consulente a Nolan per le teorie sulla relatività, il buco nero e quant’altro), c’è che visivamente è splendido e che la sceneggiatura, al netto di qualche necessaria limatura per rendere fruibile il film nelle sue tre ore di durata, è piuttosto intelligente e coerente. Insomma c’è tanto dentro Interstellar ma, ripeto, non è assolutamente un film pesante perchè in realtà non offre chissà quali chiavi di lettura ed anzi, al netto di tutte le speculazioni su buchi neri e relatività, al netto dell’esplorazione spaziale e di quella parte del film che è pura avventura, rimane molto semplice, per assurdo molto più di altri film di Nolan. Se ancora non lo avete visto io ve lo straconsiglio, poi fate come vi pare, basta che è quello che vi dico io. (Cesare Carrozzi)



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