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La fondazione del gruppo autobiografico

Creato il 16 agosto 2013 da Girolamo Monaco

La fondazione del gruppo autobiografico


Il
progetto di un gruppo di narrazione autobiografica viene definito
solo nella negoziazione con i suoi partecipanti, vero spazio di
libertà anche dentro il contesto chiuso del carcere.



Ciò
pone il fatto che il progetto di narrazione autobiografica si basa su
un impegno liberamente assunto da tutti i soggetti partecipanti, per
una finalità resa esplicita e condivisa. La condivisione non
consiste nell’accettazione di una proposta avanzata da persone in
qualche modo più autorevoli, ma nella elaborazione comune di una
idea generatrice dell’attività. La negoziazione è la prassi
costante del gruppo di narrazione autobiografica, a partire dal
momento in cui si decide di condividere un’idea e si concerta il
lavoro, fino alla realizzazione del prodotto.



Alla
base del progetto sta il contratto che costituisce il vincolo e il
quadro di riferimento all’interno del quale agiscono i singoli
dentro il gruppo di lavoro. Nel contratto vengono esplicitate le
funzioni e le responsabilità individuali, sulla base di una
valutazione condivisa di risorse, vincoli e condizioni di
fattibilità.



Allora
si prospetta per il gruppo di narrazione autobiografica, fin dalla
fondazione (e ancor prima, fin dalla sua ideazione) una
strutturazione particolarmente aperta e circolare, la cui
organizzazione non può essere determinata gerarchicamente,
sottoposta a un leader unico che abbia il controllo della
decisionalità e impartisca disposizioni ai soggetti coinvolti. Una
volta condivisi gli obiettivi, le responsabilità ricadono su più
soggetti. La leadership diventa una funzione che viene assunta di
volta in volta dalla persona più competente per quel determinato
segmento di attività. Un coordinatore assicura l’organizzazione
dell’intero processo e la comunicazione tra i soggetti coinvolti,
ma non prende decisioni.



La
costruzione di un progetto è un processo complesso e articolato in
fasi. Ogni fase, preparata, programmata, organizzata secondo
risultati attesi, tempi, attività, strumenti, modalità di lavoro e
di valutazione, prevede precise assunzioni di responsabilità.



Le
persone che partecipano al progetto non hanno gerarchie prefissate,
ma condividono la decisione iniziale, l’elaborazione, la messa a
punto delle fasi per la realizzazione e la valutazione del progetto.



Tutti
i soggetti coinvolti partecipano alla definizione degli obiettivi e
del prodotto, all’organizzazione e alla gestione del lavoro.



Anche
l’adulto, l’animatore, l’educatore, l’insegnante si può
trovare su un terreno nuovo, di cui percepisce l’instabilità, e
può provare la sensazione di non avere tutte le competenze
necessarie per portare a termine il compito.



Nel
progetto i partecipanti al gruppo autobiografico non hanno
disposizioni rigide da seguire, ma assumono responsabilmente compiti
che hanno essi stessi contribuito a determinare. Il compito del
gruppo autobiografico consiste in una domanda stimolo, un tema
proposto di discussione, al quale ciascun individuo è chiamato a
dare risposta personale. Questo modo di procedere ovviamente non ha
orientamenti predefiniti, comporta tentativi e errori, continui
adeguamenti nel corso del processo. I compiti permettono di attivare
competenze plurime, garantiscono al contempo risultativi operativi ed
esiti formativi.



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