di Augusto Benemeglio
La fontana di Gallipoli
“La celebrazione dell’amore androgino come aureo mezzo fra gelosia o eccesso, e la repulsione, o mancanza d’amore, è il tema dei rilievi della fontana greca che si trova alle porte di Gallipoli”, scrisse tanti anni fa uno studioso di mitologia greca.
Oggi essa è una pagina erosa di antica pietra scolpita che racconta di Salmacide, Ninfa della Caria, Naiade che non amava la caccia che s’innamorò perdutamente del bellissimo Ermafrodito, figlio di Ermes e di Afrodite. Ma fu respinta, la bella ninfa, dal giovinetto biondo, allora supplicò gli dei affinché tutti e due fossero trasformati in fonti perenni per sempre uniti. E troviamo raffigurati, fra i due estremi, il bassorilievo della dea dell’amore, Venere, assistita da Cupido, che esaudisce la bella ninfa.
E poi un epigrafe, in latino, una citazione di Ausonio:
“Felice Vergine, che sa che l’uomo si trova dentro di lei/ Ma doppiamente felice tu, ragazzo mio, che ti fondi con la deliziosa fanciulla, / se i due possono essere una cosa sola.”
E’ una pagina di pietra antica scolpita, erosa dal libeccio, che racconta anche la storia di Dirce, devota di Dioniso, moglie di Lico, re di Tebe, che per gelosia , infiniti tormenti inflisse alla sua prima moglie Antiope, tenendola prigioniera in sotterraneo. Ma un giorno, i figli gemelli della sventurata, Amfione il cantante e Zethus il mandriano, ormai cresciuti, vendicarono la madre legando Dirce per i capelli alle corna di un toro selvaggio.Nel luogo dove si trovò a giacere il corpo maciullato di Dirce, Dioniso fece sgorgare dalla terra una sorgente. Nel rilievo, il primo a sinistra, lo vediamo ergersi sopra di lei, con il commento : “Evitate la furia della gelosia, voi che bevete di questa frenesia”.
Biblis (1884) di William-Adolphe Bouguereau (Wikipedia)
E’ una pagina antica di pietra scolpita, erosa dal vento e dal salso del mare, che racconta di Biblide, figlia di Mileto e della Ninfa Cianea che s’invaghì di suo fratello Cauno. E pianse tanto per quest’amore impossibile da trasformarsi in fonte. “Così disciolta nelle sue lagrime, la vergine in fonte si trasformò” — scrive Ovidio — e tutta la valle in cui visse prese il suo nome: Biblide. Se vi recate in quella valle la vedrete ancora zampillare sotto un salice nero.
L’epigrafe latina del bassorilievo di Biblide che giace a terra e il fratello in fuga sopra di lei, così recita:
“Succhia questa dolce polpa, l’amore infelice riversa antichi rancori”.
Sopra queste immagini, si snoda un bassorilievo raffigurante Eracle alle prese con il leone Nemeo e con l’Idra di Lerna, la sua prima e seconda fatica. A metà tra il Leone e il Cancro, fra attacco e fuga, fra ira e sdegno, si situa il terreno dell’androginia. Tre favole mitologiche greche. Tre fanciulle trasformate in fonti. Un trittico di altorilievi orizzontali e verticali in cui si narrano i tre distinti episodi di metamorfosi – ciascuno dei quali consta di una coppia di altorilievi, orizzontali e verticali. Che sono come allineati in uno spartito da due coppie di erme, telamoni e cariatidi, sulle quali corre un’altra trabeazione su cui è a sua volta impostato il fastigio triangolare che solleva al centro l’arme degli Asburgo di Spagna e sui lati l’araldico gallo cittadino.
Salmace ed Ermafrodito di Navez (c. 1828) - Wikipedia
Tutto ciò non poteva non far fantasticare la mente delle generazioni di studenti che si sono recati in visita guidata alla fontana, non poteva non far vibrare e commuovere il cuore dei visitatori che hanno sostato dinanzi alla fontana.
Al centro dell’antica pagina di pietra erosa e ormai quasi informe in quelle che erano splendide sculture, il mito di Salmace, giacente ignuda, con Ermafrodito che impetra Venere e Cupido; alla sua destra Biblide che vanamente tenta di arrestare la fuga dell’amato fratello Cauno, trattenendolo per il lembo del mantello; e alla sua sinistra la crudele Dirce straziata dai Tori.
Ma ancora oggi ci poniamo due domande alle quali non è stata data una risposta certa. Chi è lo scultore? Quando furono realizzati i rilievi?
Per le storie e i miti tutto è abbastanza facile, ma per i rilievi tutto è incerto e controverso.ultimo drammatico splendido grottesco momento della ritualità.