Questa graziosa fontana, ideata per essere costruita – come la <Barcaccia> di piazza di Spagna – al di sotto del livello stradale a causa della scarsa pressione dell’Acqua Vergine che l’alimentava.
Originariamente era sistemata a
metà circa di piazza Campo dei Fiori in un semplice piano interrato, lastricato di travertino, al quale si scendeva attraverso due rampe di quattro gradini. Al centro del ripiano era collocata un’elegante
tazza ovale di marmo bianco, a pianta molto allungata, ornata di
quattro delfini bronzei, non utilizzati per la fontana delle Tartarughe. Ai lati si aprivano quattro bocche donde l’acqua uscendo si riversava nella sottostante vasca quadrangolare.
Nella posizione in cui si trovava la fontana risultava assai utile, specialmente d’estate, per…tenervi al fresco frutta e verdura in vendita in quel famoso mercato rionale, mentre nelle altre stagioni diventava ricettacolo di rifiuti.
Per eliminare tale incovenienti ed abusi, nel 1622
papa Gregorio XV, Ludovisi (1621 – 1623), fece porre un
coperchio di travertino sull’originale vaso marmoreo e da allora i romani cominciarono ad indicare la fontana con nome di <
Terrina>, per la sua forma che ricorda, appunto, quella di una
zuppiera.
Attorno al collarino sottostante al pomo del coperchio, un ignoto scalpellino incise, a piccoli caratteri graffiti, la seguente iscrizione: AMA DIO E NON FALLIRE – FA BENE E LASSA DIRE – MCDXXII.
In occasione della copertura furono tolti dalla fontana i quattro delfini ornamentali (poi misteriosamente scomparsi), la cui presenza è documentata da Teodoro Amayden, il quale nella “Relazione della città di Roma” scritta nel 1641, afferma che “…il quarto fonte dell’acqua Vergine è in Campo de fiore versato da quattro delfini di bronzo in una conca grande di marmo”.
E la precisazione trova conferma nella pianta di
Roma di Giovanni Maggi pubblicata al tempo di Paolo V, Borghese (1605 – 1621), nella quale dice Cesare D’Onofrio, “..si riconoscono certi ornamenti figurati sui bordi della vasca che non possono essere altro che i nostri delfini”.
La Terrina, rimossa nel 1899 per far luogo al monumento a Giordano Bruno, venne custodita nei depositi comunali fino al 1924, quando venne ricostruita nel sito attuale e inaugurata l’anno successivo.