L’invito è stato sottoscritto da 1200 lavoratori. L’idea era venuta a Giorgio Airaudo, segretario nazionale della Fiom che ha promesso un “ascolto reciproco”. L’episodio non ha sollevato, come si sarebbe potuto credere l’ostilità del padrone, anche perché trattasi di un’azienda a partecipazione pubblica. Ha protestato vivamente però la Fim Cisl che ha denunciato il rischio di “portare ulteriori divisioni”, rispondendo “alla sollecitazione di una sola organizzazione sindacale, peraltro fatta in modo propagandistico e per mezzo stampa”.
Polemiche a parte (con la speranza che rientrino) a un osservatore un po’ distaccato vien da chiedersi se esiste ancora la pratica di indire nei luoghi di lavoro assemblee sindacali magari unitarie, con la partecipazione di dirigenti sindacali. Era stata una conquista fondamentale, prima ancora dello Statuto dei lavoratori. Quando i Trentin, i Carniti, i Benvenuto erano portati a spalle in fabbrica rompendo i divieti. Pensate oggi gli operai che portano a spalle Camusso, Bonanni, Angeletti e magari anche la Fornero nei capannoni di Pomigliano D’Arco. Rompendo questa volta gli altolà di Marchionne. Sarebbe un andare controcorrente, un’affermazione di libertà. Lo so benissimo, è un’utopia. Sento già i commenti: c’è la globalizzazione, bisogna pensare a produrre senza intoppi. In particolare intoppi sindacali. Eppure continuo a pensare che le nuove sfide, la globalizzazione, la competizione, l’alta produttività abbiano bisogno di partecipazioni consapevoli, di protagonismi. Non di greggi allo sbando, irate e mugugnanti.
PS Certo come dice Susanna Camusso, c'è una dose di supponenza nella voglia della Fornero di andare all"Alenia di Torino. È chiaro che la ministra è animata da uno spirito missionario (ora vi spiego io come stan le cose). Ho però fiducia negli operai e nella loro capacitá non di fischiare ma di ragionare e magari introdurre qualche dubbio nella testa della docente. E mi chiedo ancora perché non va anche a Mirafiori e a Pomigliano magari a battersi perche venga cancellata quella correzione dello Statuto (voluta con referendum nel 1995 da Rifondazione Comunista) che oggi permette l'incredibile ostracismo anti-Fiom)?