Ho appena letto un interessante articolo sul Corriere che mi ha dato la possibilità di riflettere su tante cose osservate durante i miei viaggi in Asia. Ecco il link.
Quel che dice l'autore è tutto vero.
In questi anni ho incontrato decine di cinesi nati mezzo secolo dopo lo stupro di Nanchino indottrinati dalle astute e ciniche autorità di Pechino a sputare sul Giappone schizzi di veleno propagandistico, ma anche giapponesi recalcitranti, se non apologetici, indiani e pachistani che si odiano senza essersi mai conosciuti, malesiani e singaporiani che si azzuffano per il prezzo dell'acqua del rubinetto, thailandesi e birmani che si osservano con diffidenza a causa di conflitti pre-coloniali, sciiti che si riferiscono ai sunniti come se fossero invasori alieni e viceversa. Delle non-relazioni arabo-israeliane meglio non cominciare nemmeno a parlarne.
Lamentarsi per ciò che non va è giustissimo, pensiamo pure a criticare, riformare, rottamare, ricostruire e sostituire, a patto di non scordarci mai la fortuna che abbiamo avuto a nascere in un'Europa che ha saputo, anche con una grossa dose di sana e buona ipocrisia, mettersi alle spalle conflitti secolari.
Perfino la crisi dei migranti, come dice l'autore alla conclusione dell'articolo, può essere considerata una conseguenza del nostro successo storico.
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