(C’è chi è al freddo, c’è chi è al caldo
di Patrick Colgan, 2012)
Visto che oggi si sono visti i primi fiocchi di neve, ho scelto una foto invernale che a me piace molto e che mi fa sempre sorridere quando la guardo. Mi ricorda un giorno gelido e nevoso in Giappone, a Kanazawa - città bella quanto fredda d’inverno (cioè moltissimo) – davanti al museo dell’arte del XXI secolo. Una specie di disco volante atterrato in città, progettato dallo studio Sanaa di Tokyo. Che è un’opera d’arte in sé, tutta giocata sull’apertura e l’inclusione. I tromboni che escono dal suolo fanno parte di un’opera di Florian Klaar che circonda e coinvolge il museo. E non è l’unica.
E’ una città un po’ trascurata da turisti e viaggiatori europei che spesso passano troppo tempo a Tokyo. Se progettate un viaggio in Giappone Kanazawa è sicuramente da includere, per il suo splendido giardino (il Kenrokuen), per il quartiere delle vecchie case da tè, per le case dei samurai, per il suo bellissimo mercato. Perché chiamarla ‘la piccola Kyoto’ è riduttivo. Perché a differenza di altre città giapponesi spesso rinnovate freneticamente (l’età media degli edifici in molte città è vent’anni), ha un’anima.