L’ho già detto una volta che su un cucuzzolo della Valmarecchia sorge uno dei borghi cui sono più legata in assoluto. E proprio a quel piccolo ma suggestivo agglomerato medievale che corrisponde al nome di Petrella Guidi avevo dedicato uno dei post di cui vado più fiera (se ve lo siete persi, potete leggerlo qui). Sono mesi, ormai, che non torno a passeggiare tra le case di Petrella Guidi… e ricordando l’ultima volta in cui ci sono stata ho pensato che a quel post dal taglio prettamente estivo potesse ben accompagnarsi un post dal sapore decisamente più invernale. E’ passato più o meno un anno da quando la magia del borgo fantasma mi ha riscaldato ancora una volta l’anima nonostante le basse temperature agghiacciassero l’intera Valmarecchia, perciò sull’onda degli anniversari da festeggiare e ricordare qui sul blog come foto della settimana oggi vi propongo un’istantanea di Petrella Guidi.
Qui mi trovavo all’interno del mastio del castello originario verso l’imbrunire, proprio quando la gelida luce del sole stava per cedere il passo alla avvolgente oscurità della sera. Ma già prima che il borgo scivoli nelle tenebre più totali, di solito su Petrella Guidi si accendono le calde luci di alcuni faretti posizionati ad arte ed ecco che l’atmosfera acquista – se possibile – un carattere ancora più suggestivo ed ammaliante.
Vi avevo già raccontato l’affetto che legava il regista riminese Federico Fellini a questo piccolo borgo antico della Valmarecchia. Così come vi avevo raccontato dell’amicizia che legava Fellini a un altro grande e sempre ricordato romagnolo doc, il poeta santarcangiolese Tonino Guerra. Oggi aggiungo un piccolo dettaglio a questa storia, svelandovi l’iscrizione che per volontà del poeta è stata riportata su una delle due pietre rettangolari che riposano sul prato sotto il castello:
FEDERICO FELLINI
Qualcuno lo sapeva e diverse
volte lo hai confidato
anche a me: “Basterebbe una pietra
rettangolare in un prato d’erba
e magari una panca per chi
vuole tenerci compagnia.”
La valle, Federico,
desidera stare vicina al tuo nome.
Tonino
Sull’altra pietra, dedicata alla moglie del regista, è riportata una frase che Fellini ha rivolto alla moglie il 29 marzo 1993, la notte in cui a Los Angeles gli fu consegnato l’Oscar alla carriera. Semplicemente, egli disse: “Per favore, Giulietta, smetti di piangere.” Devo continuare o da questi piccoli indizi riuscite a capire perché Petrella Guidi sia tanto speciale per me?