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La foto di Bin Laden

Da Marcoscataglini
La foto di Bin Laden
Ci risiamo: ancora una volta una fotografia, anzi più fotografie, sono al centro della cronaca e dell'attualità politica. Parlo, ovviamente, delle foto del cadavere di Osama Bin Laden, "prova" della morte del più temuto terrorista del mondo (mah...). O, per alcuni, "non prova", visto le taroccature delle immagini, peraltro subito scoperte. Come vedete, la fotografia conserva quella sua aura di oggettività che serve a convincere miliardi di persone che un evento accaduto è accaduto per davvero. La decisione del presidente americano di non diffondere le foto "vere" perché, come ha dichiarato, "noi non siamo così, non esibiamo questo genere di cose come se fossero trofei", ha di fatto dato alle foto "false" un viatico di verità, visto che tutti i mezzi di informazione le pubblicano in mancanza di altro... E', questa del blitz contro il leader di Al Queida, un esempio da manuale di informazione e controinformazione, depistaggi, bugie e mezze verità, diplomazia e politica, in un mix in cui è proprio la verità a essere la prima vittima. E allora, visto che lo stanno facendo tutti, vorrei anch'io dire la mia sulla vicenda, anche se non frega niente a nessuno di ciò che io penso. Permettetemi di uscire dal coro. Io non ho gioito per la morte di Bin Laden. Non riesco a gioire della morte di qualcuno, anche di coloro a cui, nei momenti di rabbia, la morte l'ho augurata. Ma la rabbia passa, e dovremmo essere lucidi quando parliamo di certe cose. Scendere in piazza a festeggiare (come peraltro a suo tempo fecero molti musulmani dopo l'11 settembre), rilasciare dichiarazioni di grande soddisfazione e addirittura sollievo (sollievo di cosa? Bin Laden contava pochissimo oramai: le redini del terrorismo islamico sono da tempo in altre mani, e ora c'è anche la scusa per rilanciarlo), riempirsi la bocca di parole come giustizia, legalità, diritti, sono cose che mi danno un senso piuttosto forte di nausea. Non voglio accodarmi nemmeno, sia chiaro, a tutti quelli che affermano che i veri terroristi siano solo gli americani, con i loro bombardamenti, l'appoggio a dittature in giro per il mondo, il sostegno a Israele contro i Palestinesi. Fa tutto parte di un "sistema", passatemi il termine, che non tiene in alcun conto il valore della vita umana, ed è un sistema tassativamente trasversale. Uccidere è da sempre il modo più semplice per far credere di risolvere i problemi. Ognuno uccide come può, a seconda delle sue possibilità. Chi bombarda "intelligentemente" e chi butta bombe a caso o dirotta aeroplani. Sarò stupido io, ma non vedo differenze: di valore morale, intendo. Non mi interessano i carnefici, mi interessano le vittime. Sto con Arrigoni, e i pacifisti uccisi per il loro impegno, sto con gli americani morti nelle Torri Gemelle e con i Palestinesi uccisi dai soldati israeliani, ma anche con le vittime del terrorismo palestinese in Israele, e così via, credo di essermi spiegato. Rivendico con forza e in faccia a tutti, quella che viene indicata dai mezzi di informazione e dai benpensanti alla Gianfranco Lehner, come una posizione "di comodo", ipocrita, debole, arrendevole, vigliacca, utopistica, irrealistica, di parte, o anche  anarchica, facile, buonista... Me li prendo tutti gli epiteti, anche quelli che ho dimenticato. perché ne sono orgoglioso, li esibisco come certi generali esibiscono le loro medaglie appuntandosele sulle divise. Preferisco essere tacciato di "viltà" che essere coraggiosamente complice di una carneficina o di un omicidio mirato. Semplicemente, non me ne frega niente di quello che pensano coloro i quali invece "sanno come si fa": un missiletto qui, una bomba là, un'irruzione delle truppe d'elite all'occorrenza, e il gioco è fatto. E che ci vuole? Milioni di ragazzini in giro per il mondo lo fanno quotidianamente, per ore, davanti agli schermi dei loro computer con quei deliziosi ed educativi giochini "sparatutto": anche loro sanno che una manciata di "confetti" spediti nel corpaccio infame di un terrorista o di un nemico possono regalarci la "sicurezza", vero assillo dei nostri tempi insicuri. Vedete come il mondo va meglio così, no? Spiegateglielo voi ai soloni guerrafondai che sono 10.000 anni e più che l'uomo tenta di risolvere i propri problemi con la guerra e, cazzo, se ne ha tirato fuori qualcosa di buono! Si dice: ma di fronte a Gheddafi e Bin Laden, Saddham e Milosevic qualcosa bisognava pur fare, non si poteva mica star lì a cincischiare mentre questi qui massacravano i loro popoli! Davvero? E com'è mai non ce n'è uno che sia uno di questi dittatori del cazzo che non abbia avuto, prima, l'appoggio delle grandi "potenze"? Non è che sarebbe meglio bloccarle sul nascere certe dittature? O magari fa comodo così? Un dittatore non deve sottostare a tutte quelle rotture di coglioni che vanno sotto il nome di democrazia, ed è più facile farci affari insieme. E' un dato di fatto che Bin Laden sia stato supportato dai servizi segreti americani, così come Saddham, e a Gheddafi ricordo che qualcuno ha addirittura baciato le mani, gesto mafioso oltre che servile. Ma certo, ora è necessario ristabilire la legalità internazionale e, com'è noto, le bombe sanno farlo benissimo. Beh,  io dissento. Forse bombardando e uccidendo civili (in altri termini: accettando i "danni collaterali"!) si fermano i dittatori diventati scomodi (che in molti casi avevano fatto meno morti dei missili "liberatori"), forse chissà, a volte è inevitabile. Quello che so è che queste soluzioni parziali non fanno altro che prorogare il problema generale, laddove trovare una soluzione negoziale e pacifica cambierebbe per sempre la Storia. Forse per questo non avverrà mai: perché la Storia la scrivono i carnefici, mica le vittime.

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