Questa foto comunica esattamente il pensiero di Charb e anche quello che non dice. Il pregio di uno scatto in primo piano non è esacrabile neanche da uno psicologo di città. Il pugno di Charb rappresenta la fermezza nella propria opinione: la battaglia per la libertà è la strada da portare avanti, per se stesso e per il bene comune: “L’amore è più forte dell’odio”. Nelle interviste che circolano in rete si percepisce dalla sua voce e dal suo modo di parlare: un uomo retto nelle proprie convinzioni: “Cedere alla paura significa rinunciare alla libertà e a tutto il resto”. Non appare mai arrabbiato o inveito verso qualcuno, le sue risposte sono semplici e giungono diritte al cuore come un dardo :”Se il vostro Dio si preoccupa di una vignetta è molto piccolo”. “A loro piace creare un clima di paura e per questo non userò mai quella parola”. Il suo aspetto pulito è nelle sue parole lineari: “Ciò che ha scioccato è il modo in cui abbiamo espresso la nostra opinione, con una vignetta umorista ma non abbiamo fatto niente di diverso dai nostri colleghi”. Per questo motivo ho provato a raccontare questa foto, a descriverla cercando di non cadere nella banalità del momento. Questa sera colgo le parole di Roberto Saviano come fiori di primavera in un grigio pomeriggio d’inverno dove le parole fluttuano perse nella nebbia e nel sangue. Saviano sul suo profilo Facebook ha commentato la frase shock di Charb (preferisco morire in piedi che vivere in ginocchio) : “Sembra la dichiarazione di un monaco guerriero, di un volontario, di chi sa che ogni propria scelta può ricadere su chi gli sta intorno. Charb, Stéphane Charbonnier, disegnava vignette, era direttore di una rivista d’essai di satira. Eppure le sue parole sembrano quelle di un soldato che va a combattere, di un medico che parte in missione sanitaria per luoghi contagiosi”.
Un monaco guerriero, un soldato che va a combattere: Charbonnier alias Charb.
il mantra