Magazine Fotografia
Ieri ho fatto un esperimento degno di Archimede Pitagorico (quello di Walt Disney, s'intende). Ho tentato di fotografare l'Italia. Come si fa?, direte voi. E che ci vuole? L'Italia di oggi è così piccola che ho dovuto utilizzare un obiettivo macro! La vera difficoltà è stata quella di trovare una buona sorgente di luce esterna, perché questa italietta è come un buco nero: assorbe la luce e non riflette nemmeno un fotone spelacchiato. Comunque stavo lì a cercare di comporre l'inquadratura, e mi sono accorto che questa massa scura e informe che noi chiamiamo appunto Italia, sebbene non ricordi in nulla quella luminosa e multiforme terra piena di bellezza e vitalità che ho visto rappresentata nelle fotografie di quasi un secolo fa, pulsava e ruotava, non stava mai ferma, mutava forma e contorni, in una parola era sovraeccitata, manco contenesse due legioni di diavoli in battaglia! Cavolo -ho pensato- mi toccherà utilizzare un flash! Come ben sanno i fotografi esperti, solo con un ben assestato colpo di flash si può riuscire a fotografare un soggetto in rapido movimento: spesso il risultato non è artisticamente rilevante, ma quando non c'è scelta... Sistemati i miei flash e puntato l'obiettivo macro con i tubi di prolunga (il rapporto 1:1 non bastava, tanto era piccolo il soggetto) ho premuto il pulsante di scatto e... click, ecco la foto! La foto? Guardo nel monitor della reflex digitale e vedo solo una macchia nera, completamente priva di spessore e texture. Una pura e semplice macchia di inchiostro, dai contorni ameboidi. Ho provato più volte a rifare la foto, ma niente: non se ne ricavava una immagine degna di essere guardata. Il soggetto rimaneva pervicacemente inguardabile, nel vero senso del termine. A malincuore ho dovuto accettare il fatto che l'esperimento fosse fallito, e anche miseramente. Non è possibile fare una foto accettabile dell'Italia di oggi. Sigh! Ho saputo che molti altri ci hanno provato, ma anche loro senza risultati apprezzabili. Qualcuno ha tentato con descrizioni letterarie, qualcun'altro con rappresentazioni statistiche. Niente, assolutamente niente. Ho sentito persone dire che in realtà non fosse possibile rappresentare l'Italia per il semplice motivo che l'Italia è scomparsa. Come scomparsa? ho chiesto. Non è possibile che non me ne sia accorto. Cavolo, ci vivo! Ci viviamo tutti. Non è che sparisce il tuo Paese e tu nemmeno te ne accorgi, no? Eppure, ci sono tutti gli indizi per poter dichiarare che l'Italia è scomparsa o si stia lentamente disgregando. Crollano paesi e montagne, antiche città come Pompei si sbriciolano. I posti di lavoro scompaiono a ritmi elevati: ti alzi la mattina e puf! il tuo lavoro non c'è più. L'Università e gli istituti di ricerca chiudono o vanno in crisi. I parchi naturali, e anche quelli nazionali, smettono di esistere, gli animali e le piante che dovrebbero proteggere, muoiono (e in Italia non è che abbiamo Sarah Palin a sparargli). Il segnale più chiaro dell'imminente scomparsa è che anche il Parlamento se ne va a casa. Non serve più a niente oramai, e quindi chiude: di cosa dovrebbe discutere, cosa dovrebbe decidere? Oramai è tutto finito. Meglio andarsi a fare una passeggiata. Beh ci sono rimasto male, sapete? Ma come, l'Italia è stato il soggetto prediletto di una infinità di fotografi per almeno 150 anni e proprio ora che la voglio fotografare io, scompare? Ma non si fa! Vabbè, mi hanno detto che visto che sono un amante dei ruderi, posso consolarmi pensando che a breve avrò a disposizione un sacco di macerie. Ho risposto che quelle che piacciono a me, sono rovine di ben altro tipo. Ma ti devi adattare, hanno risposto i ben informati. Non sei un fotografo professionista? Allora saprai bene cosa vuol dire adattarsi! Eppoi, volendo, c'è ancora mezza Europa da fotografare. Eh, però lì ci vuole un supergrandangolo, e io non ce l'ho, porcaputtana...
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