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La fusione eav e l’asino di buridano

Creato il 24 febbraio 2012 da Ciro_pastore
LA FUSIONE EAV E L’ASINO DI BURIDANO
Caos, disordine, disorganizzazione, inquietudine: così si rischia la morte per inediaLA FUSIONE EAV E L’ASINO DI BURIDANOIl processo sembra stagnare e l’assenza di progressi crea pericolose ripercussioni sulle attività quotidiane « Un asino, affamato e assetato, è accovacciato esattamente tra due  mucchi di fieno, ma non c'è niente che lo determini ad andareda una parte piuttosto che dall'altra.Perciò, resta fermo e muore. » Partita tra gli strombazzamenti mediatici, le promesse di un rapido passaggio ad un futuro ricco e sereno, la Fusione (uso la maiuscola per sottolinearne l’immeritato ruolo salvifico) langue in un torpore quasi esamine. Sarà per il freddo insolito delle scorse settimane, ma pare quasi che qualcosa, o qualcuno, l’abbia fatta precipitare in una sorta di letargo. Tutti sanno che il letargo è un comportamento, caratteristico di alcuni mammiferi e rettili, che durante la stagione fredda riducono le proprie funzioni vitali, rimanendo in stato di quiescenza. Durante questo periodo, si nutrono di riserve di grasso immagazzinate durante i mesi autunnali. Purtroppo, le aziende coinvolte nel processo di Fusione tutto posseggono tranne che “grasso da smaltire”, anzi sono già fin troppo smagrite tanto da risultare creature anoressiche. In natura, durante la fase letargica, la temperatura corporea dell'animale si abbassa, di poco in alcune specie (passando da 37 a 31 °C negli orsi), fino a raggiungere anche i -2 °C in altre specie. La temperatura di questa Fusione fredda si sta abbassando paurosamente, fino a livelli che impediscono qualsiasi normale attività. Perfino le attività routinarie sembrano andare ad una velocità così ridotta che rischiano di diventare inutili, anzi dannose. Tutto langue, tutto è in attesa di un Godot che come nel dramma beckettiano è metafora di una situazione in cui si aspetta un avvenimento che dà l'apparenza di essere imminente, ma che nella realtà non accade mai. Anche perché chi l'attende non fa nulla affinché questo si realizzi. Insomma, assistiamo alla messa in scena di un tipico esempio del teatro dell'assurdo, dove la vita dell'uomo pare senza senso e senza scopo, e dove l'incomunicabilità e la crisi di identità diventanodisumanizzanti.Sappiamo, ovviamente, che una Fusione di queste dimensioni, e da realizzare nel quadro di una crisi strutturale del TPL, non è impresa facile. Sicuramente occorre assegnare a chi guida il processo tutte le attenuanti comuni, generiche e specifiche. Ma, volendo restare nel linguaggio del diritto penale, seppure non si riscontri un atteggiamento doloso, probabilmente esistono i presupposti logici, non giuridici si badi bene, per lapreterintenzione, in cui l'autore del reato agisce con volontà, anche se pensa di commettere un altro reato rispetto a quello che, in effetti, si produce a causa delle sua condotta. Peraltro, l'unico caso codificato nel codice penale è l'omicidio preterintenzionale (cfr. art. 584 c.p.). Simbolicamente, proprio di “omicidio” – perpetrato nei confronti delle aziende – si può parlare. Quel tipo di reato si realizza quando chi lo commette cagiona la morte della vittima come conseguenza di un'azione violenta. Nel caso della Fusione, invece, la violenza non si appalesa nell’agire ma, paradossalmente, nell’assenza di azioni. È proprio la vacanza decisionale che potrebbe causare la morte delle aziende, infatti.Sicuramente, è il comportamento degli attori responsabili della Fusione (politica, manager, sindacato) che sconcerta. La paralisi è, forse, dettata dalle variabili ambientali, esterne al sistema organizzativo e relative ad aspetti economici, giuridici e politici del contesto ma anche, probabilmente, davariabili interne al sistema organizzativo stesso. Variabili umane e variabili organizzative, che impediscono il decollo definitivo del processo di Fusione. Probabilmente, aver posto l’accento sulla formalizzazione del processo ha causato inevitabili – e forse impreviste - resistenze di contesto. In sostanza, si è pensato, erroneamente pare, che la rapida promulgazione di organigrammi e mansionari potesse risolvere di per sé i problemi, grandi e complessi, derivanti dal mettere a fattore comune realtà aziendali così diverse.Ma senza scomodare Mintzberg, anche gli iscritti al primo anno di Economia Aziendale sanno che le organizzazioni che usano – o meglio abusano - della formalizzazione, come meccanismo principale di coordinamento, vengono definite burocrazie. Un apparato meramente burocratico tende a perpetuare se stesso, servendo strumentalmente la stabilità di contesti poco competitivi, in regime protezionistico, quale è ancora il TPL. Si sta appalesando, così, un insanabile iato tra la strategia deliberata e quella realizzata. Gli obiettivi dichiarati della Fusione sono palesemente irraggiungibili. Realizzare la Fusione sarebbe la dimostrazione di quanto essa sia incapace di risolvere gli stessi problemi strutturali che intenderebbe guarire. Si resta così nell’indefinito, nell’irrisolto che crea caos, disordine, inquietudine. Insomma, aspettando Godot, sperando di non fare la fine dell’Asino di BuridanoCiro Pastore – Il Signore degli Agnelli

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