Miei cari!
Come state?
Io molto bene e vi porto qualche novità dal posto dove sono stata.
Già, in questa passata settimana ho lasciato un po' di post programmati e ho preso il volo alla volta di Monaco di Baviera per una vacanza last-minute insieme alla mia migliore amica e ad un torpedone di ultrasessantenni.
Posto splendido come lo ricordavo: mi sono tolta lo sfizio del caffè di Starbucks [che con la Germania non c'entra niente, ma che in Italia non si può bere e bisogna per forza andare all'estero] che mi perseguitava da un po', ho visto i bellissimi castelli bavaresi di Nymphenburg, Neuschwanstein e Hohenschwangau, più le chiese cittadine e le birrerie storiche. E ho qualche news per voi, come avrete sicuramente dedotto dal titolo.
La Galleria delle Bellezze
Oggi parlerò delle gallerie di bellezze, un tema direi calzante col fatto che a giorni è stata eletta la nuova reginetta di bellezza italiana; Miss Italia non è certo una novità, esistevano concorsi molto simili in passato, e per ogni gusto, dalle poverelle che si esibivano alle fiere e ai mercati, alle nobili che intrattenevano la corte, affascinando con le loro maniere raffinate, savoi-faire e, naturalmente, splendida apparenza.
La galleria delle bellezze era un po' la risposta nobile ai concorsi cittadini e un'usanza molto diffusa nelle corti europee verso gli inizi dell'Ottocento.
La galleria di bellezze, solitamente uno studio o un corridoio dove erano custoditi i ritratti di molte belle giovani, era un luogo di relax per i nobili ospiti dei reali europei, dove riposare e dilettarsi alla vista di tanti bei volti femminili ritratti.
Molto famosa è la galleria che si trova alla Reggia di Versailles, in Francia, dove tuttavia per l'ammissione era richiesto sangue blu, patrimonio illimitato e credenziali altisonanti, insomma, se non si era principesse si poteva dire addio al sogno di apparire tra le più belle di Francia.
Meno pretenziosi erano invece i tedeschi, non i prussiani che, come recita il film Sissi, la favorita dello zar, credono di essere sempre ad una parata militare, ma i monacensi, gli abitanti dello stato bavarese che, ricordiamo, si era costituito regno indipendente dal gruppo dei Principati Tedeschi solo con Napoleone e la caduta definitiva del Sacro Romano Impero di Nazione Germanica che, sebbene fosse rimasto solo un'entità priva di terre, un semplice titolo dato per elezione dai Principi Elettori Tedeschi, era comunque un caposaldo della nobiltà continentale.
Anna Hillmaryer
by Joseph Karl Stieler
I monacensi bavaresi, dicevamo, avevano la pretesa di emulare la grande Francia, alla quale si erano già ispirati per costruire uno dei pià bei castelli che io abbia mai visto, Nymphenburg, fuori le porte della città di Monaco, il loro precedente re, Massimiliano, era stato a lungo in esilio a Parigi e nei Paesi Bassi dopo essersi arrogato il titolo di Imperatore del Sacro Romano impero, in evidente contrasto con la legge austriaca della primogenitura che aveva invece conferito tale onore a Maria Teresa d'Austria; in conflitto con l'Austria-Ungheria, la Baviera aveva subìto una sonora sconfitta militare e sebbene la popolazione ne avesse sofferto, il Wittelsbach di turno si era salvato le chiappe scappando a Parigi, dove era rimasto in esilio e aveva conosciuto lo sfarzo della corte francese, modaiola, volubile e opulenta.
Qui aveva acquistato opere d'arte, firmando cambiali a non finire e sommergendo il suo paese di tasse e debiti che si sarebbero protratti per anni sulle spalle dei bavaresi.
La moda francese, però, tramite lui e i suoi figli arrivò a Monaco e nel castello di Nymphenburg venne istituita una personalissima e molto tedesca galleria di bellezze.
Qui 36 ritratti seguono lo spettatore della stanza dedicata, 36 bellissime fanciulle di diversa estrazione sociale e provenienza culturale.
La galleria fu voluta dal re Ludovico I di Baviera che, come ci ricorda Santa Wikipedia, era conosciuto per il suo amore per l'arte e per le donne: la galleria delle bellezze monacensi (in originale Schönheitengalerie) rappresenta quindi il connubio perfetto di queste sue due grandi e fiammeggianti passioni.
Sarà poi proprio per una donna, una delle ritratte nella galleria, che il Re perse il trono bavarese durante i moti del '48 tedesco che sono passati alla storia.
Amalie von Schintling
by Joseph Karl Stieler
Ludovico era conosciutissimo per la sua passione per il gentil sesso, le sue relazioni amorose extraconiugali si perdono nelle liste di vere e ipotetiche, ma si sa che fu anche grande estimatore non solo della bellezza fisica, ma anche della grandezza culturale delle signore in questione, corrispondendo spesso con alcune di queste e confrontandosi su argomenti anche difficili.
A lui senz'altro il merito di aver abbattuto la barriera sociale che imponeva che solo le nobildonne potessero essere ritratte e ammirate in questo tipo di gallerie, visto che nelle pareti compaiono visi più o meno noti e, più o meno affianciati, una regina (Maria, madre di Ludovico II, il costruttore di Neuschwanstein), un'imperatrice d'Austria (Sofia, madre di Francesco Giuseppe) e una giocattolaia (Helene Sedlmayr); ci sono ragazze di ogni nazionalità: tedesche, italiane, bavaresi, austriache, spagnole, irlandesi, greche e inglesi. In questo bisogna fare tanto di cappello a Ludovico che non curò poi più di tanto di questi dettagli, dimostrandosi, almeno nelle sue preferenze femminili, giusto e imparziale, attento al fascino autentico delle gentildonne e al loro charme, così come anche ai loro valori, piuttosto che innamorato esclusivamente del loro pedigree.
Per Ludwig I la bellezza femminile, secondi gli ideali del romanticismo tedesco, doveva anche essere simbolo di moralità ed integrità.
L'autore
A rendere reale il sogno di bellezza di Ludovic di Baviera fu il pittore Joseph Karl Stieler (leggi: Stiler), già attivo presso la precedente corte di Max Joseph I, Re di Baviera.
Lo Stieler è famoso soprattutto, pià che per la galleria di bellezze, per il ritratto di Beethoven che gli venne commissionato dall'Accademia di Vienna.
Al re piaceva soffermarsi nello studio del pittore per controllare di persona la rispondenza del quadro con la modella in posa e talvolta fece rifare il ritratto perché non lo trovava calzante con la personalità del soggetto: in questo il re era molto critico ed esigente.
Friederick Drück, allievo dello Stieler, è responsabile della realizzazione di altri due ritratti di bellezze realizzati dopo la morte del maestro e in tarda età del re, può essere quindi associato ai nomi dei pittori del ciclo, che consta quindi di 36+2 quadri.
Qualche nome
Auguste Strobl
by Joseph Karl Stieler
(1° ritratto)
Auguste Strobl
by Joseph Karl Stieler
(2° ritratto)
Dei 36 ritratti, solo una ragazza viene rappresentata più di una volta.
Il suo nome era Auguste Strobl; il suo fu il primo quadro di Stieler per questo ciclo pittorico, quando il ritratto venne mostrato alla giovane, questa si trovò orribile, con un collo deforme e le spalle storte, si mise a piangere tanto da commuovere il re che acconsentì a farle fare un nuovo ritratto dallo Stieler che, memore dell'insegnamento avuto, abbigliò la ragazza con un abito più vistoso e attutì la lunghezza del collo con una collana di perle a doppio giro.
Il nuovo ritratto la valorizzò talmente che divenne quasi l'emblema della galleria ed è riconoscibile per i grossi fiocchi che Auguste ha tra i capelli.
Il più chiacchierato dei dipinti, fu senz'altro quello di Lola Montez; Lola arrivò a Monaco e tentò un provino per diventare ballerina, non giudicata all'altezza delle parti che potevano assegnare, la ragazza si recò allora al palazzo reale, dove chiese udienza a Ludovico, all'epoca sessantenne.
Lola Montez
by Joseph Karl Stieler
La leggenda metropolitana vuole che ella si fosse presentata con un abito nero da lutto, accollatissimo, ma che le si modellava perfettamente sulle forme del corpo, esaltandone la pienezza [ricordiamoci che per la maggior parte della storia le magre anoressiche non hanno fatto tendenza]; ammessa all'udienza con il re, Ludovico rimase affascinato dalla sua femminilità e pare abbia esclamato: «Signora, io non posso credere a ciò che vedo!», a quel punto Lola avrebbe estratto dalla tasca della gonna un coltello affilato e con la punta tagliente si sarebbe aperta l'abito dal colletto al bustino, rimanendo completamente nuda al cospetto del re che, diciamocelo, non era proprio insensibile alle grazie muliebri.
Lola uscirà dal palazzo reale (rivestita) con in mano il contratto di ballerina che aveva chiesto e la posizione ufficiale di amante di Ludovico I di Baviera. Pare che il re avesse perso davvero la testa per questa giovane e che le sue eccessive attenzioni nei confronti dell'amante abbiano infastidito non poco il suo popolo che, per quanto tradizionalista, si vergognava dell'inettitudine del sovrano di fronte ad un paio di begli occhi e di chiappe al vento. Questa è la ragione ufficiale [dico ufficiale, ma tutti sappiamo che le ragioni ufficiali non hanno mai a che vedere con la realtà] che spinse i bavaresi ai moti del '48 che spinsero poi Ludovico all'abdicazione.
Lola, ritratta nel quadro con un'abito alla spagnola, era in realtà di origini irlandesi, un'avventuriera e un'arrampicatrice sociale che si dice si fosse liberata dei precedenti mariti e fosse stata bandita da tutte le corti europee per gli eccessivi scandali che la coinvolgevano.
Marianna Florenzi
by Joseph Karl Stieler
Mariannza Florenzi è una delle diverse italiane che compaiono nella lista. Marchesa Florenzi per matrimonio, Marianna era donna di grandissima cultura, scriveva libri e poesie, era appassionata d'arte e traduceva dal tedesco all'italiano le opere dei grandi filosofi d'oltralpe.
Lo Stieler la rappresenta con un bellissimo abito rosso rinascimentale che trasmette anche la sua grande passionalità. Non è certo se tra Marianna e Ludovico ci sia stata una relazione sentimentale, di sicuro rimasero legati da profonda amicizia per tutta la vita, con un vastissimo archivio epistolare che conta di quasi 3000 lettere da parte del sovrano e circa 2000 scritte dalla donna. Significativo al riguardo potrebbe essere il fatto che Marianna abbia chiamato suo figlio Ludwig, come il re bavarese, non certo un nome consueto dalle nostre parti...
Helene Sedlmayr
by Joseph Karl Stieler
Il dipinto più famoso, invece, è sicuramente quello di Helene Sedlmayr. Helene era una popolana di umilissime origini, figlia di un ciabattino di Monaco; per arrotondare le entrate del padre e mantenere la famiglia, Helene riceveva saltuariamente delle commesse come giocattolaia, realizzando bambole e piccole sculture in legno.
Fu proprio durante la consegna di una delle sue creazioni al Palazzo Reale che il re, di ritorno, la vide e ne rimase colpito. Non si conosce di alcun coinvolgimento tra Ludovico ed Helene, pare infatti che la relazione tra il sovrano e la giocattolaia sia stata solamente a livello di amicizia, tanto che il re chiese allo Stieler di dipingere la ragazza cercando di esaltarne le sue virtù di carattere e la sua giovinezza sbocciata; per l'occasione le regalò anche un abito tipico bavarese, riccamente decorato come si vede nel dipinto, il dirndl, che al tempo era l'unico vestito delle popolane, non un capo folkloristico come lo conosciamo oggi indossato all'Oktoberfest.
Nanette Kaula
by Joseph Karl Stieler
Nanette Kaula è l'unica ebrea raffigurata nella galleria delle bellezze di Nymphenburg, a dimostrazione del fatto che Ludovico non badava a ceto o estrazione per i soggetti dei quadri, ma si curava solo della loro elevatezza spirituale, morale e della bellezza. Nanette era figlia di un ricco banchiere di origini ebree e moglie di un ebreo.
Il re la definì affettuosamente «La più bella ebrea di Monaco» e in virtù di ciò la fece ritrarre insieme alle altre.
Per l'epoca bisogna dire che era estremamente inusuale avere in casa ritratti di ebrei, sia perchè esisteva da sempre un pregiudizio diffuso contro gli ebrei perchè difficilmente si integravano con la popolazione cattolica, poi perchè molti di loro esercitavano la professione di banchieri e prestasoldi e ciò acuiva la diffidenza nei loro confronti.
Insomma, venivano già visti come dei "diversi" ed emarginati come tali, ma la cosa, come si è detto, risale a molto prima, basta pensare alle persecuzioni storiche di Isabella di Castiglia e compagni.
Maria Federica di Prussia
by Joseph Karl Stieler
Nella lista compare anche il nome di Maria Federica di Prussia, poi divenuta moglie del Principe Ereditario Massimiliano di Baviera; Maria fu madre di Ludovico II, il famoso re bavarese che patrocinò le opere di Wagner e fece costruire il castello di Neuschwanstein.
Maria Federica all'epoca non era ancora Principessa di Baviera, benchè il suo profilo non fosse particolarmente splendido, la donna colpì moltissimo il re per le sue doti di carattere e le sue maniere aristocratiche, che la fece rappresentare all'età di diciotto anni. Maria, nuora di Ludovico I, diventerà poi Regina di Baviera dopo l'abdicazione del vecchio re, gli succederà infatti il figlio Massimiliano, marito di Maria Federica e, dopo la morte prematura di questi, l'allora appena diciottenne Ludovico II.
Maria Federica viene comunemente considerata la ragazza ritratta col vestito più sfarzoso, in effetti il suo futuro status vengono ben presentati, specialmente dal manto d'ermellino drappeggiato sulla spalla e dalla ricchezza dei ricami dell'abito.
Sofia Federica di Baviera,
Arciduchessa d'Austria
by Joseph Karl Stieler
Altra sangue blu della lista è Sofia Federica di Baviera, che tutti ricordiamo quale madre dell'Imperatore Francesco Giuseppe d'Austria; Sofia sarà zia e suocera della famosissima Imperatrice Elisabetta d'Austria, detta Sissi.
Ricordiamoci che non solo Sissi, ma tutta la sua famiglia, sia materna che paterna, era di origini bavaresi.
Sofia era sorella di Ludovico I di Baviera e venne ritratta all'età di ventisette anni.
Il nome Ludovico (Ludwig nell'origine) era molto diffuso in Bavaria e particolarmente nella famiglia reale di Wittelsbach, ritroviamo infatti, oltre a Ludovico I, anche la sorella Ludovica, madre di Sissi, così come anche il figlio di Maria di Prussia e Massimiliano, poi divenuto Ludovico II.
La grande assente
Il più noto profilo assente nell galleria è senz'altro quello di Sissi, che abbiamo nominato in precedenza. Nonostante l'Imperatrice austrica fosse molto bella [e molto fissata con la sua bellezza] e anche nipote di Ludovico, il suo ritratto non compare tra i 36 esposti.
Sono state azzardate molte ipotesi al riguardo, la più probabile sostiene che la sua assenza fosse principalmente dovuta alla grande differenza d'età tra zio e nipote, Sissi sarebbe quindi stata una bellezza acerba ai tempi in cui Ludovico fece dipingere tutto queste donne, forse voleva attendere che la sua nipotina sbocciasse del tutto.
Qualcuno sostiene invece che la sua assenza fosse principalmente creata per cautelare la sua posizione come Imperatrice degli austriaci.
Oltre a lei, nella galleria sono mancati altri tre quadri, questi però sono stati spostati in altra sede. Si pensa che il progetto originale fosse di 40 tele e che poi, per un motivo o per l'altro, queste siano rimaste 36, più altre due dipinte dall'allievo dello Stieler.
Pianta del Palazzo di Nymphenburg
in rosso la localizzazione della Galleria delle Bellezze
La Sala della Musica
al Palazzo di Nymphenburg
Io mi auguro che questo approfondimento sia stato interessante, di certo non sarà soddisfacente come vedere la stanza di persona, negli appartamenti di Nymphenburg, anzi, al riguardo posso solo consigliarvi, se ne avrete la possibilità, di visitare la città di Monaco e i suo bellissimi castelli, personalmente preferisco sia Hohenschwangau che Nymphenburg al ben più popolare Neuschwanstein; questi sono decisamente più "reali", vissuti e abitati e non per questo meno affascinanti.
In particolare a Nymphenburg la stanza della musica è un posto che qualunque appassionato dovrebbe visitare almeno una volta nella vita, lo sfarzo degli stucchi rococò bianchi e dorati abbinati con maestria alle splendide pitture a fresco con scene mitologiche di satiri, ninfe e divinità sono uno spettacolo da togliere il fiato.
Se volete osservare a grandezza ragionevole i ritratti di tutte queste bellezze, Santa Wikipedia ci mette a disposizione materiale impagabile, con la scansione di tutti i dipinti.
Mi raccomando con voi di non essere eccessivamente cattivi con queste povere fanciulle, quando le vedrete, prima di esprimere giudizi vi pregherei di tenere conto di quali fossero i canoni estetici dell'epoca e non di basare il vostro giudizio di bellezza secondo gli standard moderni.
Amalie von Lerchenfeld
by Joseph Karl Stieler
Anche la foggia di abiti e pettinatue è tipica dell'epoca in cui i quadri sono stati realizzati, nei primi dell'Ottocento andavano i nastri nei capelli, le maniche a sbuffo, le scollature a barca, la carne sui fianchi, le labbra piccole, gli occhi luminosi, i riccioli e lo stile romantico tedesco.
Soprattutto: non esistevano trucchi o cosmetici.
Wikipedia - Galleria delle Bellezze
Soffermatevi, se avete voglia, a controllare gli splendidi dettagli dei vestiti e dei monili di questi quadri, le particolarità di gioielli, mani e riccioli, un lavoro immane!
Ringrazio moltissimo la guida monacense che mi ha spiegato tante interessanti curiosità su questa stanza, grazie Amelia.
Un ringraziamento anche al sito www.tutttobaviera.it che ha messo a disposizione interessante e utilissimo materiale su questo argomento.
Noi ci rivediamo presto,
baci!
Mauser