Due sentenze dalla portata politica rilevantissima sono arrivate con pochi giorni di distanza. Il minimo comune denominatore? La condanna del Ministero dell’Istruzione.
Il Tribunale del Lavoro di Genova ha riconosciuto a 15 insegnanti precari un risarcimento di 30 mila euro ciascuno per l’inadempienza di una norma. Secondo una regola europea, se si lavora in un’azienda per tre anni continuativi con contratti a termine, dopo devi essere assunto. Lo Stato, per qualche motivo, è esente da questo obbligo. Ma i giudici liguri hanno annullato questa disparità e hanno stabilito che se un docente viene impiegato per più di tre anni di fila, non è una necessità temporanea ma stabile e quindi il contratto a termine è illegale.
Una situazione dovuta alle cesoie del duo Gelmini-Tremonti che ha lasciato a piedi moltissimi precari. I ricorsi simili a quelli già accettati sono oltre 40 mila e il Ministero potrebbe essere costretto a pagare oltre 4 miliardi di euro, grosso modo la metà quanto era stato sottratto ai fondi destinati alla scuola.
Il segretario della Flc Cgil Mimmo Pantaleo spiega la situazione:
Stiamo richiedendo da mesi un incontro al ministero per risolvere il problema dei precari senza ricorrere al giudice e a contenziosi infiniti, nella completa sordità del ministro. Serve la volontà politica di parlare della scuola e dei suoi problemi per risolverli. Non stiamo chiedendo una sanatoria, ma la copertura dei posti vacanti (circa 10 mila ndr), lo sblocco del turnover con la sostituzione di 27 mila insegnanti che vanno in pensione e il cambio dei meccanismi di reclutamento.
Una sentenza avversa arriva anche dal Tribunale Amministrativo Regionale di Bari. Le famiglie e i docenti di quaranta ragazzi disabili di Manfredonia e Monte Sant’Angelo hanno presentato ricorso dopo che le ore di sostegno erano state decurtate.
Dopo una battaglia legale di 4 mesi, il Tar ha riconosciuto come incostituzionale il taglio indiscriminato delle ore e ribadito il concetto che il sostegno deve essere garanti per le effettive esigenze degli alunni.