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La gelosia fra fratelli #2: soluzioni pratiche, prima parte

Creato il 29 ottobre 2014 da Mamma In Oriente

Il mio primo post sulla gelosia fra fratelli, dove ne analizzavo definizione e comportamenti tipici, mi ha portato tanti commenti interessanti sul blog, sulla mia pagina Facebook e tramite e.mail in privato. Ringrazio tutti per il loro contributo perché sono assolutamente convinta che nel confronto e nella condivisione, le mamme che si trovano a vivere questi momenti difficili, possono trovare un conforto, la bella sensazione di sentirsi capite ed anche validi suggerimenti per provare ad arginare il problema. In questo secondo post sull’argomento voglio proprio, grazie anche ai consigli che voi stesse mi avete dato e a quelli degli esperti, fissare nero su bianco quali sono i comportamenti più idonei da tenere.

Sottolineando, come sempre faccio, che i bambini non sono tutti uguali e quello che è adatto per uno potrebbe non esserlo per un altro.

Sta a noi mamme cercare di trovare il mix migliore da applicare a seconda del carattere del nostro bimbo. Compito assolutamente non facile lo so! Io stessa brancolo ancora spesso nel buio nonostante tutta la teoria letta! Eh sì, perché sono passati più di 4 mesi dal mio post precedente, ma le cose a casa mia non è che siano migliorate molto.

I miei due bimbi, grazie al fatto che il piccolo è cresciuto ancora, riescono ora a condividere ogni tanto 10 minuti giocando senza litigi, ma sono ancora decisamente di più i momenti in cui il grande tiranneggia il piccolo.

La gelosia fra fratelli #2: soluzioni pratiche, prima parte
In aggiunta, il secondo è diventato un po’ sempre più intollerante ed a volte basta che il grande si avvicini perché lui gridi ed un po’ sempre più furbetto per cui grida alla minima cosa affinché il grande venga sgridato. Infatti spesso smette di piangere nel momento stesso in cui il grande viene ripreso. Insomma, questa variabile peggiora le cose ancora di più perché il tempo a casa è tutto un piangere ed un gridare. Confesso che in certi giorni prenderei la porta e me ne andrei fuori se potessi…

Vediamo quindi le soluzioni pratiche che possiamo provare ad adottare. Tralascio volutamente i classici consigli perché potete trovarli scritti in tutti i manuali e che nel mio caso, purtroppo, non sono serviti a molto come il preparare il fratello grande prima della nascita, predisporre un regalo come se glielo portasse il nuovo arrivato, coinvolgerlo nella cura del piccolo, chiedere a parenti ed amici di non lodare il piccolo davanti a lui e varie. Tutti consigli validissimi, ma che a mio avviso servono di più per i bimbi che sono ancora piuttosto piccolini o che, comunque, non sviluppano una gelosia molto forte. Cercherò di sviluppare bene tutti i punti e quindi sarà necessario dividerli in due post. Ecco i primi:

1 - Comprendere la gelosia del bambino.

I bimbi non sanno quasi mai gestire le emozioni forti e negative che sentono dentro. La loro via d’uscita è esprimerle e manifestarle attraverso il comportamento. Capricci, opposizione alla madre quelle più chiare, ma possono essere anche comportamenti apparentemente non collegati alla gelosia come i continui risvegli notturni. Occorre quindi far capire al bambino che lo comprendiamo e dare un nome ai suoi sentimenti. Dirgli che sappiamo come si sente e che è normale che lui provi certe emozioni negative. Fare in modo che i sentimenti di gelosia non rimangano chiusi dentro di lui. Rassicurarlo che mamma e papà vogliono bene ad entrambi e che nel loro cuore c’è spazio per tutti e due.
Comprendere però non vuol dire accettare. Dobbiamo dire chiaramente che non accetteremo comportamenti sbagliati da parte sua come far male al fratellino.

La gelosia fra fratelli #2: soluzioni pratiche, prima parte
Così come non ci faremo condizionare dalla sua gelosia, comportandoci in maniera meno affettuosa con il nuovo arrivato e abbracciandolo, per esempio, solo di nascosto per non farlo stare male. Io ammetto di averlo fatto spesso ed il risultato è stato che anche il piccolo a pochi mesi fosse già gelosissimo del fratello e che io mi sentissi in colpa nei suoi confronti per essermi limitata nella gestualità d’affetto.

2 – Dedicare tempo esclusivo

Continuare a dedicare al grande del tempo solo per lui perché si trova ad averne molto meno di prima. Più facile da fare quando il nuovo nato è molto piccolo perché, momenti dell’allattamento a parte, la sua cura può essere maggiormente affidata ad un’altra persona, nonne in primis. Crescendo il piccolo soffrirà a sua volta nel vedere la mamma che esce solo con il fratello e diventerà più difficile gestire la cosa. Sarà necessario creare momenti dedicati per entrambi con l’aiuto, se si vive lontano dai nonni come noi, del papà. Sottolineo che è importante che lo schema non sia sempre figlio maggiore con il papà e minore con la mamma, ma va alternato.

La gelosia fra fratelli #2: soluzioni pratiche, prima parte
Durante il tempo dedicato dobbiamo essere presenti al 100% Quindi via cellulari e distrazioni! Facciamo scegliere al bimbo il più possibile cosa fare e di cosa parlare, anche se si tratta di un gioco da maschiacci sull’Ipad di cui non avete alcun interesse. Quando sono riuscita a farlo, ho avuto risultati immediati. Sull’intero punto nella nostra famiglia dobbiamo lavorare ancora tantissimo comunque.

3 – Imparare a gestire i litigi

Quando il secondo arrivato non è più un neonato, ma inizia a muoversi ed interagire con il fratello, è impensabile pretendere che non litighino mai. E’ impossibile, quindi accettatelo e cercate di abituarvi.
Come prima regola cercate di intervenire il meno possibile nelle loro baruffe lasciando che se la sbrighino da soli. Questo non è sempre possibile per esempio quando uno dei due è troppo piccolo o quando il litigio sfocia in violenza. In questo caso occorre intervenire sempre e ricordare le regole base che si sono fissate. Non si picchia e non si lanciano le cose per esempio potrebbero essere le più adatte. Ma come si risolvono i conflitti quando i bimbi non riescono da soli o quando non si riesce a farli ragionare? Ecco alcuni consigli pratici:

-  qualche momento di time-out in cui il bimbo che ha sbagliato deve allontanarsi. Anche solo 2 minuti per i più piccoli, 5 per i più grandi. Anche se è difficile farlo con i più piccolini. Diego per esempio, quasi 3 anni, non accetta di stare fermo in una sedia. Si sposta subito e piange alla disperata per cui è ancora piuttosto difficile applicare il time-out con lui. Con Carlo Alberto, quasi 7 anni, all’inizio funzionava bene come metodo il mandarlo in camera sua, ovviamente con la porta aperta a meno che non fosse lui a chiuderla. Ultimamente, di nuovo in piena fase oppositiva, si rifiuta di andarci e devo insistere parecchio anche urlando perché ci vada, aumentando quindi il suo ed il mio nervosismo ed entrando in una spirale negativa abbastanza controproducente. Anche ora però, quando finalmente ci va e sente suonare il timer dopo 5 minuti, segnale che può uscire, torna fra noi assolutamente calmo. Almeno fino al prossimo scontro! Se si applica il time-out per il grande però bisogna essere giusti ed inventarsi qualcosa anche per il piccolo altrimenti il maggiore vi riterrà molto ingiuste. Io con Diego avevo iniziato tenendolo un paio di minuti legato nel passeggino nella mia stessa stanza ed effettivamente si calmava. Ultimamente però si ribella e quindi ho preferito accantonare questo metodo e sono passata a metterlo per due minuti sullo sgabello grande da cui non sa scendere. Non so se tutto ciò sia giusto o sbagliato, so però che nella pratica spesso mi aiuta a riportare calma in casa. Ovviamente se ci si rende conto che i momenti di time-out diventano troppo frequenti, bisogna riconoscere che il metodo non funziona più e cambiare strategia.

- Se non si era presenti e non sappiamo chi ha cominciato, non prendere le parti di nessuno dei due. Io nel mio caso lo so quasi sempre, ma il fatto che io lo dia per scontato non è bello perché a volte potrebbe essere stato il piccolo a provocare e quindi il grande potrebbe prenderla come la più grande ingiustizia essere accusato senza essere il colpevole. Quindi come agire? Una tattica potrebbe essere quella di distrarre l’attenzione dei due litiganti invitandoli a fare qualcosa che piaccia ad entrambi. Per esempio se penso ai miei figli potrebbe essere “che ne dite di guardare un bel film tutti e tre abbracciati nel divano?” o “Mi aiutate a cucinare?”. Altra soluzione classica quando l’oggetto del litigio è un giocattolo, è toglierlo ad entrambi per quel giorno.

- Non ricorrere alla violenza fisica. In questo modo si insegna proprio ciò che critichiamo nel bambino geloso: sottomettere l’altro, spesso il più debole, attraverso la violenza. Mi sento però di aggiungere, se vi dovesse succedere di dare uno scappellotto a vostro figlio, di non colpevolizzarvi in maniera eccessiva e troppo dura. Alcuni bambini ci si mettono d’impegno a provocare e, quando si è particolarmente stanche perché si dorme poco o stressate perché si hanno tante cose da far funzionare, si fanno cose che in condizioni normali non si farebbero mai. Chiedete scusa certo, ammettendo che anche gli adulti a volte sbagliano così come succede a loro perché nessuno è perfetto. L’importante è capirlo e cercare di rimediare. Più che colpevolizzarvi, comprendete piuttosto che siete arrivate ad un punto che non va bene e che dovete fare qualcosa per diminuire lo stress. Ammettete che non siete perfette e che avete bisogno di aiuto. Chiedete a qualcuno di occuparsi per un’ora dei bimbi se possibile. Uscite all’aria aperta, fatevi una corsa. Ognuno sa quello che è meglio per sé per rilassarsi. Se non è possibile, spostatevi qualche minuto in un’altra stanza e respirate forte finché non sentite che state tornando calme. O cantate a squarciagola se vi aiuta a sfogarvi con la musica alta nel caso dobbiate coprire i pianti e le urla. Per pochi minuti i vostri figli resisteranno anche senza di voi!

Questa la prima parte di consigli. Non credete che io voglia insegnare a voi come comportarvi. Io di teoria ne so tanta, ma questo non vuol dire che io riesca sempre ad applicarla. Questa lista di consigli pratici è prima di tutto per me. Perché quando la pazienza finisce ed inizia a salire il nervosismo e poi la rabbia, io mi dimentico perfino di respirare, figuriamoci del resto. Ma quanto mi sento male dopo aver gridato. Proprio io che odio alzare la voce. Vorrei imparare a gestire meglio queste situazioni e fare un punto sulle possibili soluzioni spero che aiuti me e tutte le mamme che vivono un momento di difficoltà. A presto con la seconda parte di consigli. Intanto mettiamoci in evidenza questa lista ed iniziamo a lavorarci sopra. Un passo alla volta.


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