Scritto da Erica Gasaro
VM StereoTipo parte con Alice Senza Niente, un libro con una storia unica e particolare che rappresenta un coraggioso caso di inventiva letteraria e un bell’esempio di creatività a lieto fine. Alice Senza Niente è sì un romanzo, ma è soprattutto un campanello di allarme, un apripista, una scommessa (vinta), un sogno. Alice Senza Niente siamo noi, la generazione dei quasi trentenni con tanto tempo a disposizione per inventarsi una vita. Alice è il lavoro che non c’è - la dispensa vuota - la pasta al tonno - le notti insonni - i centesimi che ti cambiano la giornata – i film solo in streaming – gli stage infiniti– “appena ho i soldi prendo e parto”.
Per Pietro è stato “la realizzazione di un sogno” come dice di seguito. Il sogno di uno scrittore che ha saputo rendere “vivo” il proprio libro senza affrontare la lunga trafila delle case editrici. Pietro è arrivato ai lettori ricevendo in cambio tutto ciò che un giovane autore desidera: il confronto con il proprio pubblico .
Un vero caso di ebook che può essere scaricato su http://www.alicesenzaniente.altervista.org/ : in pochi mesi il romanzo è stato letto da più di 25mila persone in tutto il mondo ed è arrivato ai media nazionali. Ma la storia di Alice Senza Niente non finisce qui, presto lo vedremo in libreria grazie a Terre di Mezzo Editore.
Chi è Pietro de Viola?
Sei mesi fa avrei risposto: sono un trentenne disoccupato che ama leggere, che svolge lavori di ogni tipo e che non sa cosa farà domani. Oggi rispondo: sono l’autore di Alice senza niente, un libro che uscirà per Terre di Mezzo Editore dopo l’estate. Continuo a non sapere cosa farò domani, anche se, potendo scegliere, mi piacerebbe vivere scrivendo storie.
Cos’è Alice Senza Niente?
E’ un romanzo con protagonisti giovani laureati e disoccupati nell’Italia contemporanea. E’ un libro che ho deciso di pubblicare online, il 28 ottobre scorso, dopo 3 mesi di web-marketing da me curato. In pochi mesi i lettori sono stati più di 25mila, da ogni parte del Mondo. La stampa e le Tv nazionali ne hanno parlato. Dopo l’estate, come ha riportato Il Fatto Quotidiano, Alice senza niente arriverà in libreria.
Programmi come il Contratto di La7 sono da valutare in positivo o in negativo ai fini dell’attuale situazione lavorativa italiana? La disoccupazione sta diventando spettacolo?
Per me è difficile rispondere a questa domanda. Non ho visto il programma de La7, non perché non ne condivida la linea, ma perché non guardo la Tv dal 2004, credo. In Tv guardo generalmente film, tg e un po’ di sport. Ho come l’impressione che molti critichino la tv e poi passino molte ore a guardarla. Io faccio così: non critico nessuno e non guardo nessuno. Semplice. Devo dire di essermi divertito molto, negli ultimi mesi, ogni volta che una redazione mi chiamava per parlare in Tv di Alice senza niente. Ho scoperto che esistevano un sacco di programmi per me sconosciuti e li ho studiati prima di parteciparvi. Tengo a dire una cosa: tutti i redattori con me sono sempre stati gentilissimi, non posso far altro che ringraziarli. Per il resto preferisco leggere un libro o rispondere alle email dei miei amici lettori. Tuttavia cerco di rispondere alla domanda. La disoccupazione come spettacolo? Probabilmente, anzi quasi sicuro. Visto che tutto fa spettacolo, sarebbe strano il contrario. Se questo serva non saprei, fino ad ora non mi pare si siano fatti grossi sforzi per arginare il problema. La disoccupazione, specie giovanile, specie di personale qualificato, è un dramma che questo Paese purtroppo pagherà. Il conto verrà presentato, e lo pagheremo in termini di competitività, di innovazione, di ricchezza complessiva. Probabilmente una società ingessata come quella italiana oggi è destinata al declino, lento ma senza uscita. Stiamo trasformando questo Paese da produttore di beni ad alto valore aggiunto a esportatore di personale e produttore di nulla.
Da quale esigenza nasce l’idea di esordire con un ebook gratuito?
Pubblicare online è stata per me una necessità. Ho detto altre volte che è stato come costruire una strada che mi portasse ai miei lettori. Riuscirci è stato difficilissimo, però pensandoci non è che avessi altra scelta. Certo, avrei potuto inviare 300 manoscritti ad altrettante case editrici e aspettare. Ma non mi andava. Ho preferito avere prima un pubblico, e poi pensare all’editoria “tradizionale”.
Cosa perde e cosa guadagna un autore che decide, come te, di diffondere la propria opera via web?
Per quanto mi riguarda non ho perso assolutamente nulla, anzi ho solo guadagnato. E il guadagno consiste in una cosa che non si compra al supermercato: la realizzazione di un sogno. Avere un pubblico di lettori che legge ciò che hai scritto è tutto ciò che vuole chi scrive, nient’altro. A me il web ha dato questa opportunità. Ho conosciuto, via email ma anche di persona, molti lettori, entusiasti di Alice senza niente. Forse non mi rendo ancora conto, ma immagino ricorderò questi mesi come alcuni tra i più belli di tutta la mia vita.
Stai già pensando al prossimo libro? Sarà diffuso con lo stesso sistema?
Il processo che porta alla creazione di un libro dal nulla è per me molto intimo e personale, è una fatica che non riesco a descrivere e della quale non riesco a parlare. Pensare allo stesso sistema credo sarebbe sbagliato. In rete è necessario trovare sempre nuovi strumenti, altrimenti si è destinati al fallimento. Se me ne verrà data la possibilità, e se sarò in grado di scrivere un’opera valida, pubblicherò con una casa editrice. Altrimenti magari continuerò a scrivere, ma solo per me stesso. Immagino che tutto dipenda da voi, se comprate Alice senza niente continuo a scrivere, altrimenti… è stato comunque bello conoscervi.