Sono i primi anni del Novecento e Parigi disseta nei suoi bistrot gli artisti maledetti scappati alla fame della terra d’origine. Attorno ai tavoli dei bar, Francis Scott Fitzgerald, Ernest Hemingway, Pablo Picasso, Amedeo Modigliani, e altri ancora, sorseggiano pastis e si scambiano lezioni di vita e di arte. Proprio all’artista livornese, Modigliani, a Soutine e agli altri della “generazione perduta” è dedicata la mostra pittorica inaugurata a Palazzo Reale e visitabile sino all’8 settembre. Per oltre settant’anni questi dipinti non hanno incrociato gli occhi degli spettatori. Conservati grazie all’intuito del mecenate Jonas Netter, questi quadri ai contemporanei facevano orrore. Oggi a Milano sono esposti grazie all’Assessorato alla Cultura, Moda e Design del Comune di Milano, Palazzo Reale, Arthemisia Group e 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE.
Il primo dipinto che dà il benvenuto al visitatore è il Ritratto di ragazza dai capelli rossi. Nel 1918 Modigliani mette sulla tela il suo amore. Accanto al dipinto qualche riga per spiegare che il volto è di Jeanne Hébuterne la donna che è rimasta accanto all’artista livornese fino all’ultimo giorno della sua breve vita (è morto all’età di 35 anni) e che non è riuscita ad accettare la sua scomparsa, tanto da decidere di affrontare il vuoto, lanciandosi dal balcone con in grembo il secondogenito, al nono mese di gravidanza. Modigliani vive tra il fauvismo, l’espressionismo e il cubismo, ma il suo è uno stile personale. Colli lunghi e flessuosi, occhi a mandorla, capo inclinato di lato: modelli sdraiati sulla tela, piatti, senza alcuna proiezione.
L’esposizione è un viaggio nella follia che animava quegli anni, forti colori a volte spremuti direttamente sulle tele. Come nei quadri di Maurice Utrillo che dipinge soprattutto paesaggi con tale maestria da essere invidiato dalla stessa madre, Suzanne Valadon, anch’essa pittrice. Maurice fu allevato dalla nonna che placava le crisi epilettiche del piccolo a suon di bicchieri di vino, tanto da rendere il piccolo un alcolizzato. Tornato dalla madre questa tenta di salvare il figlio con la “terapia della pittura”. Non ci riuscirà, tanto che nelle fasi più acute Utrillo arriverà a bere l’acqua di colonia e la trementina usata per mescolare i colori. La mostra espone tra tanti due quadri: la Chiesa di periferia del 1909 e la Chiesa di Neyron del 1910. Si tratta dello stesso soggetto, nitido e preciso il primo per mano di Maurice e indefinito e impersonale il secondo dipinto da Suzanne. Due generazioni a confronto, una famiglia spaccata dal genio della discendenza.
Dopo i magnifici quadri di Modigliani, è la volta di Chaïm Soutine, amico-nemico di Amedeo. Ebreo, viene sorpreso da piccolo a tratteggiare il ritratto del rabbino di un villaggio lituano dove viveva, e per questo, dato che agli ebrei è vietato riprodurre immagini, viene picchiato con tale violenza da finire in ospedale. Questa è solo una delle tante brutalità subite da Soutine che arriva a Parigi a piedi, puzzando come un caprone. Sarà Modigliani, il cigno di Livorno, ad insegnargli le buone maniere e ad iniziarlo al mondo dell’arte presentandolo a Léopold Zborowski, altro mecenate del tempo. Soggetti preferiti di Soutine erano gli animali morti. Per giorni e giorni, in piena estate, poserà per lui la carcassa di un animale. Il fetore sarà tanto insopportabile che i vicini chiameranno la polizia. Da questi lunghi giorni di lavoro verrà fuori Il bue (1920).
La storia funesta di Modigliani era scritta nel suo nome: Modì, così come pronunciamo maudit maledetto, in francese.
Le fotografie scattate alla mostra Modigliani, Soutine e gli artisti maledetti – La collezione Netter sono di Francesco Pomarico
Amedeo Modigliani
Ritratto di ragazza dai capelli rossi (Jeanne Hébuterne)
1918
Olio su tela, cm 46 x 29
Firmato in basso a destra
© Pinacothèque de Paris
Amedeo Modigliani
Fanciulla in abito giallo (Ritratto di giovane donna con collettino)
1917
Olio su tela, cm 92 x 60
Firmato in alto a destra
© Pinacothèque de Paris
Amedeo Modigliani
La bella spagnola o Madame Modot
1918
Olio su tela, cm 92 x 50
Torino, Società Culturale Subalpina
© Collezione Privata
Amedeo Modigliani
Elvire con colletto bianco (Elvire con collettino)
1917 o 1918
Olio su tela
Firmato in alto a destra, cm 92 x 65
© Pinacothèque de Paris /Fabrice Gousset