Innanzitutto, smontiamo lo stereotipo della puntualità e della precisione tedesca. O meglio: dell'assoluta puntualità e precisione tedesca. Sì, i tedeschi saranno pure per la maggior parte puntuali e precisi, ma ciò è frutto solo di un paragone in relazione a qualcun altro, mediamente. Esempio classico: attesa alla fermata dell'autobus. Tabella degli orari appesa in bella vista. Non poche volte mi sono ritrovato ad aspettare autobus in ritardo di più di 15 min rispetto all'orario indicato, se non proprio a dover fare l'intero tratto che mi ero prefissato a piedi, perché non passavano autobus che in astratto sarebbero dovuti passare. Di certo comunque la cosa funziona meglio che a Roma, dove alle fermate degli autobus sono del tutto assenti indicazioni orarie, e, ove si provi ad affiggerne, dopo due giorni (massimo tre) si ritrova il vetro della bacheca squarciato, oppure offuscato dallo spray di una bomboletta, oppure non si ritrova proprio. Ed è forse allora facendo un discorso di civiltà e di pedagogia civile che si può ben elogiare la Germania. Ma questa è un'altra storia.
Altro caso: lezione di diritto di famiglia. Urge una premessa: il Campus dell'Università Johannes Gutenberg di Mainz è davvero molto, molto esteso, essendovi concentrate quasi tutte le facoltà, e le lezioni di giurisprudenza spesso non sono nell'edificio dedicato a giurisprudenza, ma in altre aule di altri edifici, cosicché si è costretti a documentarsi per tempo, al fine di programmare l'escursione all'interno del campus alla volta dell'aula selezionata (un vero e proprio "Orientamento"...). Normalmente la lezione di diritto di famiglia ha luogo il martedì, ma essendo il martedì scorso giorno festivo, il professore ha deciso di recuperare la lezione mercoledì pomeriggio. Iniziativa lodevole, direte voi! Ebbene sì, lo era, almeno l'intenzione, perché poi mi sono ritrovato a cercare l'aula della lezione per tutto il campus, dato che non era segnata sulla mappa. Ma non è tutto: una volta arrivati là, il professore non è arrivato, e io e gli altri studenti siamo rimasti ad aspettarlo mezz'ora nell'aula vuota, per poi andarcene. Che simpatico!
Parliamo di un'altro aspetto che rende la Germania così illustre in Europa e nel mondo: la diligenza dei suoi abitanti, la preparazione dei suoi studenti, l'esser la patria della Filosofia, del Diritto, della Filologia e della maggior parte delle scienze umanistiche in generale e, più recentemente, anche di quelle scientifiche: basti pensare, per quest'ultimo caso, a tutte le sedi del Max-Planck Institut, alle industrie della Volkswagen e della BMW, e così via.
L'Europa degli stereotipi. ("Dirty porn"? WTF???)
Ebbene, non è stato molto entusiasmante avere l'occasione di constatare che, a lezione, spesso gli studenti tedeschi non sanno rispondere a domande relativamente semplici (o meglio, lo è stato per noi, ma non per i tedeschi nei quali ci siamo identificati) . Abbiamo avuto alcuni esempi durante le lezioni di diritto: sebbene non capissimo realmente il senso della domanda, potevamo comprenderne la cornice concettuale. Alla luce delle risposte che, timidamente, in pochi si apprestavano a dare, abbiamo capito che basterebbe un po' più di proprietà di linguaggio ad azzardare una risposta corretta, senza dover risalire a concetti trascendentali. Ma senza scadere in nozionismi giuridici o tecnicismi, un esempio ancor più lampante (e forse anche più deludente come esperienza) può essere d'aiuto. In una lezione del corso di lettere antiche qui a Mainz, una mia amica - Erasmus anche lei - mi ha detto che, quando il professore lo ha chiesto, in pochi sapevano la data della caduta dell'impero romano d'Occidente. Poi non ha sentito altro perché le sono cadute le braccia e altre cose assieme. Mi dicono che a cultura generale qui sono messi un po' maluccio, d'altra parte la loro specializzazione è assai ottimale e raggiunge livelli molto più elevati rispetto ai nostri. E' stupefacente vedere però come temi che a noi italiani risultano elementari/generali possano essere già considerati specialistici. Attenzione, però, nulla da obiettare sull'impegno e sulla dedizione dei tedeschi. Il solo fatto che la Biblioteca centrale dell'Ateneo sia aperto 22 ore al giorno (dalle 8 di mattina alle 6 di mattina del giorno dopo) la dice lunga sul fatto che i tedeschi hanno più cojones di noi per quanto riguarda la fatica, la costanza, il chiudersi sui libri. E d'altra parte, a differenza di noi, esiste qui una società che mette i propri studenti nelle condizioni migliori per studiare e incentiva la ricerca e l'insegnamento universitari. Tanto di cappello per questo. Però, salvo che in quest'anno riescano a farmi cambiare idea, magari noi italiani ne sappiamo di più in termini di conoscenza intuitiva e "sapersi arrangiare".A presto ;) Chepoicomunquemestoafa'unculocosìugualeeh!