Nel momento in cui Angela Merkel si appresta a vincere per la terza volta le elezioni federali - l’Unione (CDU/CSU) vola nei sondaggi oltre il 40 per cento – la Repubblica Federale si interroga sulla vita della Cancelliera nella Germania comunista e sul suo stile politico. In particolare è la prima vita di Angela Merkel ad essere messa sotto la lente d’ingrandimento.
Il recente Das erste Leben der Angela M. (La prima vita di Angela Merkel) è un libro che cerca di far luce sull’esistenza di Merkel nella DDR, la ex Germania comunista. Il libro ha già avviato un dibattitto negli ultimi due mesi. In sintesi la tesi degli autori Ralf Georg Reuth e Günther Lachmann, due giornalisti rispettivamente della Bild e della Welt, è che Angela Merkel non sia stata estranea al sistema di potere della DDR e che aveva un ruolo di primo piano. Dai buoni rapporti del padre con il regime all’appartenenza di Angela all’organizzazione giovanile del Partito Comunista, la Freie Deutsche Jugend (FDJ), dal ruolo nell’Accademia degli Scienziati fino al sostegno ricevuto da parte di Lothar De Maizière e Wolfgang Schnur, Merkel non sarebbe stata lontana dal sistema politico comunista. Gli autori sostengono ancora di più: Merkel non fu semplicemente una gregaria nel sistema comunista, ma era addirittura una funzionaria con ruoli di notevole importanza. In particolare Reuth e Lachmann ritengono che da una parte il ruolo del padre di Angela – come già detto aveva buoni rapporti con il Regime e la SED – e l’essere stata responsabile per la Propaganda e l’Agitazione nella FDJ sono la dimostrazione del ruolo politico svolto da Angela Merkel nella DDR. Tuttavia, la tesi degli autori convincono fino ad un certo punto perché gli elementi riportati non sono la dimostrazione indiscutibile di quanto sostengono. In realtà, il problema che a oltre vent’anni dalla riunificazione della Germania, resta ancora qualcosa di incompreso e di incomprensibile della società e della vita nella DDR, come sostiene Jacqueline Boysen (una delle biografe di Merkel) che ritiene l’esistenza di un’incomprensione del rapporto tra Germania dell’Est e dell’Ovest per evidenti differenze culturali. Merkel stessa ha minimizzato la rilevanza delle tesi sostenute dai due giornalisti, rispondendo che ciclicamente vengono fuori presunti scoops sulla sua vita nella Germania comunista. In una recente intervista al settimanale Stern ha ricordato come 35 anni di vita nella DDR sono parte della sua esistenza e del suo ruolo politico.
Diversamente dal libro di Reuth e Lachmann, il recente Angela Merkel, die Zauder-Künstlerin (Angela Merkel, l’artista che indugia) di Nikolaus Blome indaga lo stile politico della Cancelliera cercando di capire quali siano le coordinate principali e le categorie in cui inquadrare l’azione di governo della Cancelliera. L’argomentazione di fondo di Blome non è in realtà particolarmente nuova. Così come già messo in evidenza da altri analisti e commentatori, Angela Merkel non avrebbe una visione politica, mancherebbe di un strategia complessiva che la guidi nelle scelte politiche. Da una parte agisce secondo la politica dei piccoli passi dall’altra tornando anche inditero e rivendendo scelte precedentemente prese (il caso più eclatante è certamente quello della svolta energetica). Angela Merkel si distinguerebbe per un’azione politica tesa al governare per il governare, alla pura e semplice gestione del potere. Priva di creatività, secondo Blome, Merkel si affida alla prassi. L’autore sembra sapere bene di ciò che scrive avendo seguito la cronaca politica tedesca, anche se non glissa sull’enorme consenso che Merkel continua ad avere in larga parte della società tedesca.
Blome sottolinea, poi, come Merkel non abbia un particolare fascino per il popolo femminile, nonostante sia passata alla storia per una vera e propria mangiatrice di uomini, avendone “eliminati” numerosi (sia nel partito sia nella lotta politica con gli avversari) di coloro che hanno provato ad ostacolare l’ascesa della Cancelliera.
Il libro di Blome ha avuto molto risalto in Germania per aver rivelato che la Cancelliera, se dovesse vincere le prossime elezioni, non guiderebbe il governo per l’intera legislatura, ma si ritirerebbe a metà mandato per fare spazio a qualcun altro. La tesi è stata immediatamente smentita dall’entourage della Cancelliera, eppure anche un’altra grande giornalista che segue con attenzione Angela Merkel, Judy Dempsey, ha riconosciuto che dubita che Angela Merkel avrà la forza di per governare per altri quattro anni e potrebbe così lasciare prematuramente la carica di Cancelliera.
twitter@uvillanilubelli
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