È più forte di me, non riesco ad appassionarmi ai “campioni” celebrati, ai calciatori pacchiani [1] plurimilionari che vincono a raffica i Palloni d’oro, ma godo quando alla ribalta compaiono personaggi per niente acclamati come Emanuele Giaccherini, un ventottenne alto 167 centimetri che guadagna con fatica la maglia azzurra e stabilisce due record in meno di un mese.
Aretino di Talla, il Giak compie la consueta trafila dei pedatori non egregi nelle serie inferiori e giovanissimo rischia persino la carriera giocando nel Bibbiena (una milza spappolata in uno scontro con un portiere e l’asportazione dell’organo durante un delicato intervento chirurgico), ma poi approda a Cesena e lì trova il suo ubi consistam e l’esordio in serie A, a venticinque anni, con la maglia dei romagnoli sul prato dell’Olimpico contro la Roma. Era il 28 agosto 2010. Un anno dopo la Juventus rileva in comproprietà dal Cesena questo piccolo grande centrocampista che si esprime bene sulle fasce e lo acquista definitivamente nel 2012. Giaccherini non gioca titolare sotto la guida di Antonio Conte, però le sue 40 presenze in due anni di campionato sembrano più che sufficienti per convincere Cesare Prandelli a convocarlo in nazionale. Il debutto in maglia azzurra avviene l’anno scorso, il 10 giugno, giocando titolare durante il primo incontro degli Europei contro la Spagna (un pareggio 1-1 con gol di Di Natale al 61’). Da allora Giaccherini si ritaglia il suo piccolo spazio, gioca ancora in nazionale nelle partite delle qualificazioni al mondiale subentrando spesso nel secondo tempo, fino alla convocazione per la Confederations Cup… e qui siamo ai nostri giorni, ai due record stabiliti in undici giorni dal Giak: l’11 giugno scorso, nell’amichevole a Rio de Janeiro contro Haiti, il piccolo aretino segna il suo primo gol azzurro dopo 19 secondi di gioco, diventando così il marcatore più veloce della storia della Nazionale italiana; ieri, 22 giugno, nella sconfitta a Salvador de Bahia per 2-4 contro i verdeoro di Scolari e Neymar, Giaccherini realizza la rete del momentaneo pareggio al 51’ e riesce ad essere il primo giocatore italiano a segnare in terra brasiliana. Nessuna maglia azzurra prima di Giaccherini era stata in grado di violare la porta della Seleção a casa loro (non c’era riuscito il fiorentino Virgili nel ’56 a Rio de Janeiro [2]). Niente male per una riserva di una squadra di club che a ventotto anni diventa uno dei più intervistati dopo le partite della nazionale con il nick Giaccherinho…
Giaccherini è quasi omofono di Jacquerie, ossia la rivolta nel XIV secolo dei contadini francesi (definiti Jacques Bonhomme) che indossavano un vestito corto (jacque che ha dato origine alla nostra “giacca”), e in questi giorni di insurrezioni popolari in Brasile, di proteste e di manifestazioni il piccolo centrocampista italiano ha realizzato una sua personale e gioiosa rivoluzione passando dallo status di oggetto misterioso, anche un po’ sbeffeggiato, a protagonista delle prestazioni azzurre. Ci spiace per Neymar, ma il gesto più bello che abbiamo visto ieri è stato proprio il gol di Giaccherini, una volata su assist di tacco di Balotelli che si è conclusa con un bel tiro d’interno sinistro insaccatosi alla spalle di Julio Cesar, complice anche Thiago Silva, poco convinto ad intervenire per contrastare il nostro pequeno herói. Che golazo, amici!
© Marco Vignolo Gargini
[1] Lionel Messi che ritira l’ultimo Pallone d’oro esibendo una giacca a pois che farebbe vergogna al più scalcagnato dei clown giustifica in pieno l’uso del mio aggettivo.
[2] Rio De Janeiro (Estadio Mario Filho, Maracanà) – domenica, 1 luglio 1956 – BRASILE – ITALIA 2-0 (1-0) Amichevole, 29′ Ferreira, 75′ Canario.