Magazine Cultura
Parliamo ancora di violenzadi Giuliana Pedroliapparso su www.laccentodisocrate.it num. 22
Anche se a volte ci ritroviamo a dire…ancora? Beh, non bisogna smettere. Di parlare della violenza, di segnalare casi, di raccontare fatti; soprattutto nei confronti delle donne, non bisogna smettere mai. Perché purtroppo la violenza non smette mai, nonostante se ne parli, si denunci, ci si muova.Ma quando ho letto quel pezzo di giornale, mesi fa, una frase mi è rimasta in mente più di altre:- Ci siamo fatti conoscere presso la associazione industriali della nostra zona - e a parlare era la responsabile di un centro che protegge le donne in una ricca e grassa città del nord. Non nel profondo sud, non tra le comunità del terzo mondo, non in un ceto sociale povero e disagiato.Ma presso associazioni di ceti medio alti, perché lì stanno le nuove (o vecchie?) vittime. È comunque una realtà che si sta scoprendo ora. E’ nei ceti sociali privilegiati che si sta scoprendo adagio adagio la violenza, l’hanno definita emergenza nell’emergenza. I dati Istat confermano che oltre il 46% delle donne che subiscono violenza sono laureate, il 29% hanno la licenzia media, il 17,5 la licenza elementare. Perché la violenza non vuol dire solo botte, violenze sessuali, ma anche essere spaventate, terrorizzate, frustrate da quell’atmosfera terribile che un marito compagno fidanzato costruisce tutt’attorno. Sempre più in alto nella scala sociale. E la cronaca degli ultimi mesi conferma: un notaio prima ed un primario poi, hanno messo fine alla vita delle loro compagne per non volerle lasciare andare. Ma perché solo adesso? Facile immaginarlo, queste donne hanno da perdere molto di più di una donna che viva una vita ”normale”: come si fa, con una denuncia, a rompere la facciata che una famiglia cosiddetta per bene si è costruita? Come si fa a raccontare che quel dirigente tanto stimato, quel professore così colto, quell’intellettuale tanto apprezzato, la sera si trasforma in un mostro e picchia, minaccia, controlla, telefona, sospetta? Esiste inoltre anche una comprensibile forma di vergogna ed anche la paura di perdere quello che spesso con sacrifici si è costruito nel lavoro e nella società. E poi, chi crederà a quella donna che ha tutto, ma di che si lamenta? Perché spesso, risulta che la “lei”, è una manager di un certo livello, una donna in carriera, una brava professionista, che a casa non sa o non può reagire o difendersi e si cala nel ruolo spaventoso della vittima. Chi alla fine denuncia, dicono i professionisti antiviolenza, fa fatica a dimostrare la triste vicenda e spesso, se non vuol finire uccisa nell’androne di casa, come successo a Milano nel giugno di quest’anno, deve nascondersi, fuggire, magari all’estero, trovare un nuovo incarico e cambiare vita. Ho letto di un caso in cui il carnefice ha irriso la situazione e con la sua dialettica fatto ricadere la colpa di segni e lividi sulla consorte, tanto da convincere le forze dell’ordine che erano state chiamate dai vicini.Il guaio più grosso? Che alcune di queste donne rinunciano a denunciare, ma quando questo avviene, rinunciano ad essere aiutate, perché non credono in un futuro migliore, perché lui le raggiungerà sempre, perché da sole non sanno più stare. Quella è la loro vita e senza non possono vivere. Non è così, naturalmente, ma è facile per noi dire che è sbagliato, facile da dire per noi che abbiamo la nostra autonomia e la nostra libertà.Ma non corriamo il rischio di giudicare una situazione che fortunatamente non possiamo nemmeno immaginare, sarebbe un giudizio ingiusto e gratuito.
DOVE LE DONNE POSSONO TROVARE ASSISTENZA GRATUITA e altri indirizzi:Associazione donne Maltrattate, casa accoglienza 02 55015519Telefono rosa 011 530666 – 06 37518282Telefono donna 800 920927Associazione aiuto donna 035 212933D.i.Re. Donne in Rete contro la violenza Onlus www.direcontrolaviolenza.itAssociazione Casa delle Donne Maltrattate, Milano www.cadmi.org Telefono Rosa, Torino www.mandragola.com/tel_rosaDifferenza Donna, Roma www.differenzadonna.ittTelefono Donna, Como www.telefonodonnacomo.itCadom, Monza www.cadom.itAssociazione Nazionale Volontarie Telefono Rosa, Roma http://www.telefonorosa.it Telefono Donna - Servizio di Psicologia c/o Azienda Ospedaliera Niguarda cà Granda, Milano www.telefonodonna.it/ Associazione "Donne in genere ONLUS", Roma www.centrodonnalisa.it/Cerchi d'Acqua Onlus, Milano www.cerchidacqua.org/ Casa delle Donne Onlus, Brescia www.retedonne.brescia.it/scheda-casa-delle-donne.php
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