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La giornata del silenzio

Creato il 09 luglio 2010 da Simone D'Angelo @SimonDangel
La giornata del silenzio

Noi il bavaglio non lo vogliamo da nessuno

I giornalisti italiani sono chiamati a una forma di protesta straordinaria che si esprime in un “rumoroso” silenzio dell’informazione nella giornata di oggi, contro le norme del ddl intercettazioni che limitano pesantemente il diritto dei cittadini a sapere come procedono le inchieste giudiziarie, infliggendo gravi interruzioni al libero circuito delle notizie.

Lo sciopero è una protesta straordinaria e insieme la testimonianza di una professione, quella giornalistica, che vuole essere libera per offrire ai cittadini informazione leale e la più completa possibile. Una protesta che si trasforma in un silenzio di un giorno per evidenziare i tanti silenzi quotidiani che il ddl intercettazioni imporrebbe se passasse con le norme all’esame della Camera dei Deputati, imposte sin qui dal Governo e dalla maggioranza parlamentare. Molte notizie e informazioni di interesse pubblico sarebbero negate giorno dopo giorno fino a cambiare la percezione della realtà, poiché oscurata, cancellata, per le norme di una legge sbagliata e illiberale che ne vieterebbe qualsiasi conoscenza.

I giornalisti, ma anche gli editori e migliaia di cittadini, da mesi denunciano le mostruosità giuridiche del ddl intercettazioni. Sono state anche avanzate proposte serie per rendere ancora più severa e responsabile l’informazione nel rispetto della verità dei fatti e dei diritti delle persone:

  • udienza filtro per stralciare dagli atti conoscibili le parti relative a persone estranee e soprattutto alla dignità dei loro beni più cari protetti dalla privacy
  • giurì per la lealtà dell’informazione che si pronunci in tempi brevi su eventuali errori o abusi in materia di riservatezza delle persone
  • tempi limitati del segreto giudiziario
  • accessibilità alle fonti dell’informazione contro ogni dossieraggio pilotato

Nessuna risposta di merito. Lo sciopero, con la giornata del silenzio, è espressione di indignazione, di partecipazione, di richiamo responsabile a principi e valori che debbono valere in ogni stagione. Lo sciopero è un momento della rotesta e dell’azione incessante che proseguirà, fino al ricorso della Corte europea  per i Diritti dell’Uomo, qualora la legge fosse approvata così com’è. Lo sciopero è anche segnalazione di un allarme per una ferita che si aggiungerebbe a un sistema informativo che patisce già situazioni di oggettiva difficoltà e precarietà non solo per la crisi economica ma anche per una politica di soli tagli che rischiano di allargare bavagli oggi altrimenti invisibili.

L’informazione è un bene pubblico, non è un privilegio dei giornalisti né una proprietà dei padroni dei giornali e delle televisioni né una disponibilità dei governi. E per i giornalisti non è uno sciopero tradizionale contro le aziende ma un atto di partecipazione e di sacrificio della risorsa professionale per la difesa di un bene prezioso, dei cittadini, proclamato con un silenzio che vuol parlare a tutti.

FNSI (Federazione Nazionale Stampa Italiana)


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