La giustizia va in vacanza (ma quand'è che rientra al lavoro?)

Da Phoebe1976 @phoebe1976

Io sono laureata in Giurisprudenza, ma non ho mai esercitato. Un po' per volontà propria, un po' per mancata propensione al martirio visto la simpatica vita da schiavo che un praticante deve sopportare per almeno due anni (se è fortunato).
Ebbene sì, mi sono "venduta" al privato, mettendo le mie competenze a stipendio e senza avventurarmi nella libera professione.
Questo comporta che, per molti aspetti, la mia visione della legislazione italiana sia stata sempre puramente teorica o poco più.
Che donna fortunata.
Questo fino al giorno in cui non ho dovuto mio malgrado affrontare l'orrevole mondo delle procedure civilistiche di riscossione del (mio) credito, procedure e tempistiche in grado di far smadonnare Padre Pio e di rendere Padre Francesco un uomo acido e senza cuore.
Avere un diritto riconosciuto e benemerito e non poterlo esercitare solo perché la burocrazia agevola chi pensa di poter fare un po' quello che gli pare mantenendo un sorrisetto a culo di gallina stampato in faccia non è facile da digerire, nemmeno per un sant'uomo. E figurarsi per me.
Provare per credere, signori miei.

 

Proprio io che ho sempre creduto nella legalità, che ho sempre pensato che la legge fosse uno scudo a difesa dei diritti delle persone perbene e che fosse imprescindibile, stamattina mi trovo a domandarmi come mai nel corso della mia vita io non abbia mai coltivato un'amicizia con qualche esponente della camorra. Io stamattina vorrei avere in rubrica il numero di Ciro l'Immortale per potergli scrivere su whatsapp e chiedergli la cortesia di tirare le orecchie a chi dico io.
Questa sensazione che mi accompagna è brutta, orribile e ingiusta perché io mi ritengo una donna di legge e non dovrei fare certi pensieri, nemmeno con l'acido che mi torna su dallo stomaco.  Ma è impossibile essere così zen da tollerare di essere calpestati col tacco 12 per due anni di fila, sarebbe troppo anche per un sadico abituato alle mistress più severe.

 

E quando sento al telegiornale dei tentativi del caro Matteo Renzi per rendere più snella la giustizia e dei mille giorni per far dell'Italia un paese civile, mi verrebbe voglia di dirgli che finché non ci sarà certezza nella riscossione dei crediti questo paese non si rialzerà mai e sarà sempre preda dei furbi e degli ammanicati.
E visto che io non son né l'uno né l'altro, mi resta solo l'acido.

 


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