Ho potuto finalmente vedere lo spettacolo La Grammatica della Fantasia, di Gommalacca Teatro, e l’ho trovato entusiasmante, come tutti i lavori di Carlotta e Mimmo, i due componenti del gruppo. Una rivisitazione del lavoro di Rodari che scriveva nel libro omonimo:
Io spero che il libretto possa essere utile a chi crede nella necessità che l’immaginazione abbia il suo posto nell’educazione; a chi ha fiducia nella creatività infantile; a chi sa quale valore di liberazione possa avere la parola…Tutti gli usi della parola a tutti. Non perché tutti siano artisti, ma perché nessuno sia schiavo.
Ecco che allora anche gli errori di grammatica che il Professor Grammaticus vorrebbe eliminare drasticamente dal mondo possono essere utili per creare nuove storie, grazie all’uso, appunto, della fantasia. Quindi l’errore come possibilità creativa, scevro dalle punizioni legate ad esso.
Una nuova era potrebbe cominciare, anche per i dislessici?