Nel mezzo di una tempesta (reale o emotiva), sballottati, squassati, soffocati e indeboliti, sul punto di affogare, cosa fareste? Provate ad aggrapparvi a una parola, come Giovanna, dieci anni, la protagonista del nostro romanzo. Lei ce l’ha fatta.
I genitori di Giovanna e Tommaso, infatti, stanchi di insultarsi dalla mattina alla sera, hanno deciso di vivere ciascuno da un lato dell’Atlantico. Per questo, Giovanna e Tommaso viaggiano molto e durante una traversata, travolti da una tempesta e naufragati su un’isola sperduta, rimangono muti.
Comincia così la loro avventura, in un paese speciale dove regna la parola. Non è difficile comprendere il simbolismo insito nel romanzo: l’acqua è l’emblema dell’emozione, restarne travolti e ammutoliti significa non saper dare un nome al proprio sentire.
Dolore, paura, rabbia, delusione, tristezza sono emozioni che per natura abitano l’animo umano e che hanno bisogno di parole per esprimersi. I sentimenti e le percezioni che rimangono senza nome, sepolti nell’interiorità, conducono, purtroppo, a uno stato di malessere della psiche. Lo studio della grammatica ha anche lo scopo di rendere la persona in grado di esprimersi con la massima ampiezza e precisione possibile, per poter elaborare la propria esperienza quotidiana e vivere con equilibrio.
Navigando con Giovanna e Tommaso, potrete allora scoprire che la grammatica non è soltanto un supplizio scolastico. A volte, la grammatica è una canzone dolce… E la parola è un salvagente.
Lara Cappellaro
p.s. «La grammatica è una canzone dolce è stato un grande successo editoriale in Francia, per otto mesi in testa alle classifiche per adulti» (cit. da www.salani.it).
Erik Orsenna, La grammatica è una canzone dolce, Salani Editore, pp. 139, euro 12