
di Piero Tieni
Si potrebbe passare il tempo contestando ai finiani il fatto di essere stati alla corte del Sultanino per svariati anni (e con svariati incarichi), e di accorgersi solo adesso che quella non è (e non era) esattamente un’oasi di legalità. Si potrebbe contestare la strumentalità della loro battaglia e rinfacciargli il fatto che lo strapotere berlusconiano si regge da sedici anni anche grazie alle loro fondamentali spalle. Si potrebbe. Però è un esercizio sterile. Ciò che davvero conta qui ed ora è che i seguaci del Presidente della Camera, con la loro micidiale guerriglia e con la caparbia dei vietcong, sono davvero quelli che, volenti o nolenti (e coi denti), stanno dando il contributo principale allo sgretolamento del consenso del piccolo imperatore. E la prima cosa che ogni italico individuo dovrebbe volere, anche se solo sfiorato di striscio da una lievissima parvenza di un sentore vagamente democratico, non è proprio la sua (definitiva) cacciata, pardon, caduta? E allora siamo con Fini, con Bocchino, con Urso e con Granata. Siamo col Secolo d’Italia, con Fare Futuro e con Generazione Italia. Potrà non farci piacere che crei più sconquassi un Granata che dice di volere la verità sulle stragi di mafia piuttosto che le puntuali requisitorie parlamentari della Finocchiaro. Potremo anche perdere il sonno a pensare che faccia più crepe nel muro un Bocchino che dice Verdini fuori dal Pd piuttosto che mille iniziative del volenteroso Bersani. Però questa è, c’è poco da fare. Se uno ha una maggioranza parlamentare di 100 uomini in un ramo del parlamento e di 50 nell’altro, se l’egemonia culturale che il vecchio stramiliardario ci ha rovesciato addosso è tale da aver attecchito anche in molti campi (in teoria) avversi, è persino ovvio che gli unici tarli in grado di far scricchiolare il suo potere non possano che nascere dall’interno del suo stesso trono. L’opposizione attualmente può solo strillare, denunciare, manifestare, elaborare e tanti altri meritevolissimi are, che però non lo riusciranno mai a scalzare dalla sella del comando. Dal basso della nostra impotenza, pertanto, non possiamo fare altro che guardare la partita e fare il tifo per gli ex fascisti al grido di “Camerati, Finitelo!".




