In un Paese civile l'IRI avrebbe dovuto prima bonificare, e poi privatizzare. Vendere un ferrovecchio inquinante a un privato, non è un a privatizzazione: è una svendita, de-responsabilizzata. Con le privatizzazioni degli anni '90 l'Italia misse in cassa 200 miliardi di lire circa, ma questa massa enorme di denaro non è neanche servita ad abbassare il Debito Pubblico, che anzi è aumentato dagli anni '90. Il “buco nero dell’autocoscienza italiana” (come lo definisce De Rold nell'Assalto alla diligenza, edito da Guerini e Associati) ha arricchito pochi a scapito della collettività. "Quale la vera ragione del grande interesse delle privatizzazioni per i vecchi e impoveriti poteri forti italiani? Quale il reale motivo della conversione alle privatizzazioni del mondo cattolico di sinistra e dell'erede del cadaverico partito comunista?"
Quella fu una svendita. Un saldo di fine stagione. Non fu un rapina, solo perché erano tutti disarmati di fronte all'attacco alla Lira, da cui era scaturita l'ondata di privatizzazioni. Senza bonificare nulla, lasciando agli operai i problemi di salute di cui tutti siamo a conoscenza. E, infine, senza diminuire di un etto il Debito pubblico, anzi aumentandolo. Se almeno lo Stato avesse abbassato il Debito Pubblico, avrebbe potuto bonificare.
"Erano decotte e tutte dovevano essere chiuse o delocalizzate in Asia" nell'euforia della New Economy, "ma privatizzate e vendute a imprenditori che per infusa unzione" dovevano diventare per magia "più abili" dei "boiardi di Stato". Leggete "La dismissione" di Ermanno Rea su Bagnoli, e capirete perché stato un Assalto alla Diligenza. La disintegrazione delle possenti industrie. "Le ridussero a spezzatino con immensi guadagni finanziari".
Altro che fumo di tabacco: in fumo ci hanno mandato l'Italia. I liquidatori dell'IRI, quando decisero privatizzazione senza liberalizzazione. Neanche l'ABC sapevano.
Il fatto vero è che ora i sindacati e l'intellighenzia di sinistra si svegliano, dopo più di 30 anni dal Grande Sonno (quello Che Genera Mostri). La Grande Ipocrisia italiana, appunto.
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