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La grande ipocrisia dell’uno vale uno

Creato il 13 gennaio 2016 da Libera E Forte @liberaeforte

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di Giovanni Palladino

Quanto è avvenuto e sta avvenendo a Quarto (fenomeno già noto e diffuso in migliaia di altri comuni, sia al Nord che al Centro-Sud) dimostra come sia difficile fare buona politica in Italia, dove da lungo tempo è stato calpestato un principio, che Luigi Sturzo riteneva fondamentale:

IL BUON GOVERNO ESIGE BUONA CULTURA

Basta leggere il volgare, sgrammaticato e “povero” linguaggio, che emerge dalle intercettazioni fatte dai carabinieri di Quarto (e da tante altre intercettazioni ancora più clamorose), per capire come sia caduto in basso il livello civile e intellettuale di molti politici e amministratori locali, compresi i “puri” del M5S. Ed è avvilente sentire gli “impuri” gioire, quando dicono: “Vedete? Sono anche loro come noi…”.

D’altronde come può emergere la BUONA CULTURA in un sistema dove si sta radicando il principio dell’UNO VALE UNO? È significativa la giusta critica fatta da una giovane grillina a il Fatto Quotidiano di ieri e che non vuole vedere il suo nome pubblicato sul giornale:

“Non possiamo essere tutti uguali, non abbiamo lo stesso talento e la stessa storia. I “meet-up” stanno divenendo un luogo di sognatori o di perditempo, a volte di eccellenti, altre di bifolchi o di ambiziosi. L’uno vale uno si sta rivelando una fortuna per gli invidiosi e gli arrivisti. I nostri parlamentari sono spesso zittiti, mi riferisco a quelli meno noti, magari umili, ma che insomma stanno dando prova di saperci fare. Non possono aprire bocca che c’è sempre qualcuno che si alza e dice: ZITTO, TU SEI PARI A ME!

L’irriconoscenza porta a far scappare i più bravi. La teoria dell’uguaglianza è una misura con dentro un palmo di ipocrisia. Perché poi si decide, ma senza regole. Così perdiamo i migliori e ci teniamo gli ossessivi o i mediocri. Oppure, come nel caso di Quarto, gli spiccia faccende”.

Tutte le professioni devono essere popolate da buoni professionisti per essere utili alla società. Ciò richiede dapprima una buona scuola e poi una buona esperienza. Lo sanno bene i chirurghi e i loro pazienti. Purtroppo il nostro mondo politico è formato in gran parte da persone che non hanno avuto né l’una (una buona scuola di formazione alla politica) né l’altra, essendo cresciuti a fianco di “docenti” che hanno sempre respinto come ingenuo e idealista il saggio consiglio che la giovane deputata del M5S, Vega Colonnese, suggeriva ieri nel suo blog:

“Mai cedere il passo a chi porta consensi, a chi si pavoneggia, a chi si vanta di ‘conoscere’ gli amici degli amici” e può quindi essere un buon candidato a fare politica. Poi si finisce inevitabilmente nella “trappola” di Quarto… Come dire che non basta il rinnovamento morale, se non si cura anche il rinnovamento culturale. Ma è anche vero che di solito questi due rinnovamenti si integrano, perché si influenzano a vicenda.


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